[26/06/2006] Energia

Croce: «Produrre biocarburanti conviene sempre»

FIRENZE. Due ricercatori statunitensi della Cornell University e della Berkeley University hanno pubblicato uno studio nel quale sostengono che produrre biodiesel sia antieconomico perché per coltivare le piante, servono più combustibili di quelli prodotti.
Una valutazione che non trova d’accordo il responsabile agricoltura di Legambiente Toscana Beppe Croce. «A parte il fatto che la situazione americana è molto diversa dalla nostra in termine di costi e di profitti – dice – è innegabile che dal punto di vista dei costi economici, oggi produrre bioetanolo o biodiesel costi di più di benzina o gasolio. Ma sono costi viziati intanto da un prezzo del petrolio assai inferiore di quello che dovrebbe avere se si considera la limitatezza delle scorte. Inoltre va sottolineato che i processi di produzione dei petrolio hanno una tradizione industriale centenaria, con un miglioramento continuo di efficienza. Per quanto riguarda il biodiesel, invece, la ricerca è ancora all’inizio e i margini di miglioramento dell’efficienza sono enormi».

Beppe Croce ricorda poi che il biodiesel è solo un passaggio verso l’obiettivo finale, che è l’olio vegetale tal quale: «Tra qualche anno infatti saremo in grado di sostituire il gasolio con l’olio tal quale. Se quindi togliamo i costi dell’esterificazione che ci sono oggi (trasformazione chimica da olio dal tal quale a biodiesel), anche il raffronto economico finale sarà a tutto vantaggio per i biocarburanti, perché già oggi il costo defiscalizzato dell’olio di girasole è 50 euro al quintale contro i 48 del gasolio».

David Pimentel (docente di ecologia e agricoltura) e Tad W. Patzek (professore di ingegneria civile e ambientale) hanno calcolato che a produrre etanolo si consuma più energia di quella che se ne ricava. Nel conto sono stati messi anche i costi per produrre i fertilizzanti e i diserbanti, per far andare le macchine agricole, per i trasporti e per distillare l´etanolo. In particolare dalla loro ricerca risulta che le spese superano i guadagni: dai cereali del 29%; dal legno del 57%; dal Panicum virgatum (una graminacea) del 50%. Lo stesso discorso applicato alla produzione di biodiesel dai semi oleosi mostra che lo svantaggio è: dalla soia del 27%; dal girasole del 118%.

«Anche questa parte del discorso mi convince poco – prosegue Beppe Croce – non capisco come abbiano valutato i costi di coltivazione. Noi siamo convinti che la coltivazione di girasole per fine energetici si possa per esempio fare con un minimo di input idrici o chimici, cioè con un bilancio energetico positivo e con una minore emissione di CO2».

Torna all'archivio