[27/06/2006] Acqua

E le istituzioni offrono disponibilità per tutelare i bacini idrografici

MASSA. Del tema della riqualificazione fluviale e dello stato di salute dei corsi d’acqua, in particolare della zona di Massa Carrara, hanno parlato anche i rappresentanti delle istituzioni. «Gli ambienti fluviali sono ecosistemi complessi che è necessario proteggere e da cui bisogna proteggerci – afferma Sonia Cantoni, direttore generale dell’Arpat – in un ambito spaziale ideale che è rappresentato dal bacino idrografico. Interagiscono con l’ecosistema fiume le diverse antropizzazioni ma anche fenomeni di grande scala come i cambiamenti climatici. La conoscenza integrata dei vari fattori, una nuova cultura del fiume, sta alla base delle risposte integrata da fornire sul piano economico, sociale e ambientale per perseguire l’obiettivo dello sviluppo sostenibile. L’Agenzia può contribuire vigilando, cercando di garantire il rispetto delle leggi, avanzando prescrizioni ai fini della tutela degli ambienti fluviali. Attraverso il monitoraggio produciamo dati e facciamo informazione ambientale ma attraverso una formazione permanente vogliamo educare anche alla sostenibilità un numero sempre crescente di cittadini per aumentare la qualità della vita».

A proposito di dati, Laura Balocchi responsabile del dipartimento provinciale Arpat di Massa ha fornito i risultati del monitoraggio relativo ai corsi d’acqua della zona per il 2005. Complessivamente sta abbastanza bene il fiume Magra seppur con qualche criticità, male i torrenti Carrione e Frigido dove i parametri maggiormente negativi sono rappresentati dagli indicatori batteriologici (concentrazioni elevate di escherichia coli provenienti da scarichi non depurati o mal depurati). In questi casi una prospettiva di riqualificazione fluviale appare lontana dato che non è stato ottenuto nemmeno il risanamento delle acque nonostante le cause ben individuate. «A guardare i dati sui nostri corsi d’acqua c’è poco da gioire – afferma Narciso Buffoni, assessore all’ambiente della provincia di Massa – ed ascoltando le relazioni aumentano i dubbi e le certezze che è necessario cambiare rotta. Le politiche non sono state in grado di prevenire i disastri e ciò ha causato costi elevati per le persone e per l’ambiente. Cosa possono fare gli amministratori? Intanto dare risposte concrete ai cittadini che chiedono sicurezza per la loro incolumità e per il territorio. Ci sono paletti rigidi dati dalla pianificazione ai vari livelli, ma nel rispetto di questi si può intervenire mantenendo la massima naturalità possibile. Ad esempio per Frigido si potrebbe costituire un Parco fluviale che non vuol dire risolvere tutti i suoi problemi ma almeno mantenere alta l’attenzione. I fiumi sono vitali anche quando rappresentano fattori di sviluppo, l’impostazione suggerita per una riqualificazione fluviale deve essere perseguita. Non esiste oggi una concertazione o condivisione degli obiettivi. Sul territorio è stata attuata una disorganicità di interventi dove ogni Ente ha fatto i suoi interessi e non gli interessi generali».

Torna all'archivio