[27/06/2006] Acqua

Fra siccità e tariffe, la difficile tutela della risorsa idrica

ROMA. E’ arrivato il caldo e puntualmente si torna a parlare di carenza idrica, di competizione tra i vari usi dell’acqua, di riunioni tra i vari soggetti istituzionali competenti in materia che programmano in maniera integrata i passi da compiere nel breve periodo. Ma non sarebbe l’ora di istituire questi tavoli a livello di bacino idrografico in modo permanente e non solo in caso di emergenza? Intanto i gestori si lamentano perché mancano i soldi. Visti gli investimenti in manutenzione ed in nuove infrastrutture che sono necessari per il settore idrico, visto che tutto non può ricadere in tariffa come prevede la legge perché altrimenti non sarebbe più sostenibile per i cittadini, è chiaro che si debba ricorrere almeno in parte alla fiscalità generale in una congiuntura non proprio favorevole.

La proposta dei gestori, che viene da Roma dove è stato presentato lo studio dell´associazione studi e ricerche per il Mezzogiorno su «L’industria idrica italiana», sembra provenire da Monsieur De Lapalisse. «La proposta di alcuni gestori, vista la generale scarsità di fondi del settore pubblico – ha spiegato Francesco Saverio Coppola, direttore della ricerca – è quella di garantire una tariffa bassa al consumatore per il fabbisogno medio, con un aumento del prezzo per chi invece riempie la piscina o si fa tutti i giorni una doccia di tre ore». Già ora la tariffa cresce in base ai consumi, ma che cosa si aspetta a penalizzare ancora di più gli abusi? Che cosa si aspetta ad incrementare i controlli per stoppare o almeno rallentare i prelievi abusivi? Che cosa si aspetta a considerare anche il numero di componenti della famiglia introducendo maggiore equità? La strategia vincente secondo le aziende sembra essere la gestione di più servizi. «L’acqua è un diritto – continua Saverio Coppola – quindi le società non possono lucrare sul cittadino. Gli utili vanno cercati in altri settori, come quello dell’energia o dei rifiuti»

Non c’è dubbio che vi sia una certa diversità tra questi settori e che quello della risorsa idrica sia più delicato di altri, ma una corretta gestione che veda alla base la riduzione dei consumi per l’energia e della produzione per i rifiuti è auspicabile anche per questi settori dove in ogni caso l’interfaccia del gestore sono sempre i cittadini. Tornando alla risorsa idrica, dallo studio sono emerse varie misure: favorire una razionalizzazione delle competenze pubbliche; incentivare forme di integrazione tipo multiservizi; rideterminare i tempi previsti per gli investimenti dai piani di ambito; rivedere il meccanismo di calcolo della tariffa; accelerare le procedure di affidamento con possibilità di prelazione per il gestore esistente; per i fondi strutturali 2007-2013 la pianificazione dovrebbe far riferimento al programma operativo nazionale e regionale 2000-2006.

Quando si parla di rivedere la tariffa sarebbe importante non alludere all’eliminazione del metodo normalizzato che aumenterebbe i ricavi per il gestore ma porterebbe anche ad un aumento dei consumi di risorsa. Inoltre ancora una volta non si parla di razionalizzazione degli usi, di riduzione dei consumi, di pianificazione integrata a livello di bacino per tutti i settori. Avanti così di emergenza in emergenza.

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