[29/06/2006] Comunicati

Berrini (Ambiente Italia) e Cantoni (Arpat) spiegano il rapporto

FIRENZE. «Ribadisco l’importanza della scala di area vasta metropolitana in cui è stata effettuata questa analisi» ha introdotto Maria Berrini (nella foto) di Ambiente Italia, l’istituto di ricerche che ha realizzato il rapporto sullo stato dell´ambiente. Tutto è partito da una base di lavoro già fatto che prendeva in considerazione oltre settanta indicatori che poi sono stati affinati.

«Il rapporto di sostenibilità dell’area fiorentina - continua Berrini - rappresenta un atto coerente con gli impegni di Aalborg, cioè i 10 impegni su obiettivi specifici definiti nel 2004, sottoscritti da più di 300 amministrazioni locali e tra queste Firenze. Il primo obiettivo era appunto stilare un rapporto con le evidenze della situazione di partenza, per poi attivare un processo partecipato con priorità e target».

«Il rapporto - conclude Berrini - è affiancato dal catalogo di indicatori integrato in un database che rappresenta lo strumento per il futuro continuo aggiornamento dei dati».

La sintesi analitica di quanto emerso dalla mattinata è stata affidata a Sonia Cantoni, direttore generale Arpat. «I cittadini di Firenze devono essere contenti per il livello di conoscenza in campo ambientale che è stata dimostrata. Questi dati non sono solo semplici numeri ma gli indicatori del trend di scelte politiche. E’ poi importante - continua Cantoni - che gli indicatori scelti siano quelli di Aalborg in modo da poter attuare un confronto con le altre esperienze italiane ed europee».

«Purtroppo non ci sono solo dati positivi - continua Cantoni - non si respira bene, c’è troppo rumore, aumenta l’antropizzazione del territorio, va migliorata la qualità dell’acqua e prodotti meno rifiuti. Tutti aspetti che spesso portano i cittadini a vivere nel disagio. Questo è anche il frutto dell’offerta di servizi, delle relazioni che ci sono in questa città ma che sono comuni alla stragrande maggioranza delle aree urbane. I dati ci dicono come gli aspetti socio-economici si intrecciano con quelli ambientali. Ad esempio se il turismo rappresenta il 20% del Pil di Firenze è anche vero che interagisce negativamente con la produzione di rifiuti, con gli alti livelli di rumore. Ecco che le politiche ambientali da sole non bastano a risolvere i problemi e devono essere integrate con le altre politiche. Deve essere coinvolta l’impresa stimolandola nella disponibilità ad impegnarsi sulle certificazioni ambientali, e sviluppati processi di partecipazione che coinvolgano i cittadini nelle politiche integrate. ARPAT –conclude Cantoni- svolgerà la sua parte acquisendo dati, mettendoli a disposizione di tutti, facendo informazione e formazione e contribuirà all’aggiornamento dei dati sul set di indicatori individuati».

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