[30/06/2006] Parchi

Legambiente: il sequestro delle reti a Giannutri conferma l’allarme di Goletta Verde

ISOLA DEL GIGLIO (Grosseto). Dopo l’operazione della Guardia costiera di Porto Santo Stefano, che ha bloccato tre motopescherecci e sequestrato 15 chilometri di reti derivanti “spadare” ed una tonnellata di tonni e pescispada, a circa 20 miglia al largo dell’Isola di Giannutri, interviene Legambiente Arcipelago toscano.

Per complimentarsi per la brillante operazione ma anche per ricordare che questo «conferma l’allarme spadare nel mare dell’Arcipelago Toscano lanciato da Goletta Verde nel 2004 e 2005, una vera e propria barbarie che prevede anche la pesca di delfini per farne il proibitissimo e costosissimo mosciame».

Per il presidente del circolo isolano del Cigno verde, Gian Lorenzo Anselmi «la cosa più preoccupante è che questa pesca illegale, ripresa anche grazie al recente decreto che permette l’utilizzo delle reti “ferrettare”, mini-spadare di 2 – 2,5 km. che spesso vengono collegate tra loro per formare barriere lunghissime, si svolge spesso accanto alle acque protette del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano e in pieno santuario Pelagos dei mammiferi marini, istituito da Italia, Francia, e Principato di Monaco proprio per difendere i cetacei che spesso finiscono dentro le spadare illegali».

Ma Legambiente segnala anche incursioni notturne dei pirati del mare anche nelle acque proibite di Pianosa a pesca di aragoste, la pesca dei protettissimi datteri di mare a Giannutri realizzata demolendo le scogliere sottomarine e i continui interventi delle forze dell’ordine all’Elba contro i bracconieri subacquei.

«E’ sempre più chiaro – dicono i legambientini dell’Arcipelago - che le efficaci azioni delle forze dell’ordine, con sequestri di attrezzi da pesca e pescato e sanzioni pecuniarie non bastano a fermare l’assalto al mare dei bracconieri, occorre inserire i reati ambientali nel codice penale e procedere al sequestro delle imbarcazioni ed alla sospensione della licenza per chi si rende colpevole di pesca illegale con attrezzatura proibita o viola i vincoli ed i divieti delle aree marine protette. Occorre anche un maggiore controllo sul mercato parallelo del pesce e dei prodotti ittici per i quali è proibita la vendita, che coinvolge anche una ristorazione poco attenta all’ambiente, che danneggia fortemente i pescatori onesti con una concorrenza sleale e si basa sulla completa evasione fiscale».

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