[04/07/2006] Rifiuti

Nodi e rifiuti vengono al pettine

BRUXELLES. Nei giorni scorsi il presidente di Fise Assoambiente (Confindustria), Pietro Colucci, affermava che «Il codice ambientale ha finalmente fornito un quadro chiaro e coerente alle disposizioni comunitarie in materia di servizi ambientali». Ieri per tutta risposta, la Commissione europea ha avviato quattro procedure di infrazione nei confronti dellŽItalia per violazioni della normativa comunitaria sulla tutela della salute umana e dellŽambiente.

Tre procedure riguardano lŽinadeguata gestione dei rifiuti, una la mancata valutazione dŽimpatto ambientale per due nuovi tratti stradali a Milano. Per due casi riguardanti i rifiuti la Commissione deferirà lŽItalia alla Corte di giustizia europea, per gli altri avviserà nuovamente il governo italiano con un parere motivato e se il problema non verrà risolto adirà alla Corte di giustizia.

LŽItalia è stata deferita alla Corete di Giustizia per la normativa sulle discariche non conforme alla direttiva comunitaria del 1999 e per la definizione restrittiva di "rifiuto", introdotta nel 2004 (e reiterata oggi con il Testo Unico), che stabilisce che alcuni tipi di rifiuti non sono più considerati tali in Italia, anche se rientrano nella definizione di "rifiuto" per la direttiva quadro dellŽUe.

Emergono chiaramente e formalmente, dunque, i problemi di congruità con le direttive europee che molti avevano sollevato al tempo dellŽapprovazione da parte del governo Berlusconi.

Il commissario europeo allŽambiente Stavros Dimas, Commissario europeo ha detto che «se non sono gestiti in condizioni di sicurezza, i rifiuti possono costituire una minaccia reale per le persone e per lŽambiente. Mi auguro che lŽItalia intervenga rapidamente per risolvere i problemi riscontrati. È inoltre importante procedere a una valutazione adeguata dei progetti di infrastrutture in modo da evitare o ridurre al minimo le ripercussioni negative sullŽambiente».

Duro il commento di Roberto Della Seta, presidente di Legambiente: «È lŽItalia che non riesce ad adeguarsi alle regole europee, che non vuole imparare, che si ostina a considerare le grandi infrastrutture stradali al pari di quelle urbane e i rifiuti non rifiuti. Sui rifiuti poi - continua Della Seta - il governo Berlusconi aveva tentato in tutti i modi di cambiare la definizione di rifiuto, prima escogitando lŽetichetta di sottoprodotto, poi tornando alla definizione, peraltro già bocciata dallŽUnione europea negli anni Novanta, di materia prima seconda. Dicitura infilata addirittura nel Codice ambientale».

«Solo pochissimi giorni fa - conclude il presidente dellŽassociazione ambientalista - avevamo conteggiato questo triste record di infrazioni tutto italiano, oggi ci troviamo con quattro nuovi richiami».

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