[05/07/2006] Aria

Napoli Milano e Roma le città europee meno sostenibile

ROMA. Centri urbani europei che arrancano, assediati dallo smog o congestionati dal traffico, con poco verde o poca qualità urbana, poca raccolta differenziata e tanta spazzatura, non conoscono le isole pedonali o hanno pochissime piste ciclabili.
E´ quasi desolante il quadro delle città europee con più di mezzo milione di abitanti, disegnato dalla ricerca Ecosistema Urbano Europa, realizzata da Legambiente e dall’Istituto di Ricerche Ambiente Italia, con il contributo di Dexia Crediop.

Inarrivabile nella sua sostenibilità c´è Helsinki (nella foto la periferia della capitale finladese), la più sostenibile tra le metropoli europee. Precede nettamente grandi città come Berlino e Barcellona - che pure ottengono un giudizio positivo – e medie città come Goteborg, Dresda o Copenaghen. Vienna a Stoccolma sono a un passo dalla sufficienza piena, mentre Madrid e Parigi, Londra e Bruxelles sono davvero lontane dalla sostenibilità. Le italiane poi, escono davvero male dal confronto europeo.

Napoli è ultima, Milano penultima, Roma quintultima. Non sono solo le posizioni in classifica a evidenziare il ritardo del Belpaese. Spessissimo, nei parametri esaminati, Roma, Milano e Napoli inoltre hanno prestazioni di gran lunga peggiori non solo rispetto alle prime della classe, ma anche rispetto alla media europea. E’ il caso dello smog, dei rifiuti, del verde urbano e della depurazione. Napoli ad esempio è la peggiore di tutte nel parametro del verde urbano: 2 striminziti mq di parchi e giardini per abitante contro i 181 mq di Goteborg. I milanesi hanno a disposizione spazi pedonalizzati 80 volte più piccoli di quelli di Goteborg.

Napoli non ha piste ciclabili, mentre nella gelida Helsinki ci sono 193 metri riservati ai ciclisti ogni 100 abitanti. Le nostre metropoli abbondano invece in smog. Roma e Milano si salvano solo in un paio di parametri: entrambe hanno buoni valori nel trasporto pubblico, Milano ha una discreta raccolta differenziata (29%, ma ormai da un po’ la città non investe più in questo settore), Roma ha fatto un davvero ottimo investimento nel solare sugli edifici pubblici. Segnali che fanno ben sperare, ma che per ora ci relegano in coda all’Europa.

Quella presentata oggi è di fatto la prima ricerca di benchmarking ambientale fatta all’interno della Ue su un campione di città così elevato e su un ampio spettro di parametri, con dati tutti originali.

Tra gli indicatori esaminati: l’inquinamento atmosferico (con le concentrazioni di biossido di azoto, polveri sottili e ozono), la depurazione delle acque reflue, i consumi idrici, le aree verdi e quelle pedonalizzate, l’uso del trasporto pubblico e la densità delle linee urbane su ferro, la gestione dei rifiuti e quella energetica (con un focus su impianti solari e teleriscaldamento) e, infine, le politiche ambientali dell’amministrazione (dagli acquisti verdi alla progettualità sostenibile).

Il giudizio migliore lo strappa dunque la capitale finlandese, forte di ottime prestazioni in tutti i parametri analizzati: 98 abitanti su cento sono ad esempio allacciati al teleriscaldamento, il sistema che sfrutta il calore prodotto da impianti industriali o incenerimento dei rifiuti per riscaldare le abitazioni. Nonostante una quota di spazzatura finisca per l’appunto incenerita c’è una ottima percentuale di raccolta differenziata, prossima al 50%. Le piste ciclabili sono capillari (si conta un chilometro di strada riservata alle bici ogni cinque abitanti), l’area urbana è piena di verde (134mq per abitante), la depurazione al top (100%), lo smog non assente ma nemmeno asfissiante.

Al di là della classifica, la lettura dei dati di Ecosistema Urbano Europa offre la possibilità di fare due diversi ragionamenti: il primo sulla qualità ambientale in generale delle metropoli dell’Unione, il secondo sulla distanza tra le città italiane e alcune esperienze continentali particolarmente positive. Dallo sguardo d’insieme emerge che uno degli elementi comuni di criticità è relativo alla qualità dell’aria. Solo in alcune aree urbane del campione – come Helsinki, Goteborg o Heidelberg – i valori dello smog sono conformi ai limiti di legge. Nei ¾ delle città considerate le polveri sottili sono fuorilegge e c’è almeno un’area del centro urbano dove il biossido di azoto supera i valori massimi consentiti. La depurazione delle acque (media europea 92%) copre ormai la quasi totalità degli abitanti dell’Unione, eccezion fatta per Bruxelles e Nicosia. Anche la raccolta differenziata (26% in media) è assai diffusa, ma con differenze notevoli: le città scandinave e del centro Europa hanno tassi di recupero che oscillano tra il 35% e il 60%, le città mediterranee, dell’est e della Gran Bretagna si collocano quasi stabilmente sotto il 20%.

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