[07/07/2006] Rifiuti

Gestione dei rifiuti, per Ciafani «l´apertura al mercato non deve significare gare al massimo ribasso»

Il coordinatore dell’ufficio scientifico di Legambiente, Stefano Ciafani, risponde all’intervento del presidente di Fise Assombiente Pietro Colucci, pubblicato nei giorni scorsi da greenreport per chiarire la posizione della associata a Confindustria sulla legge delega.

«Innanzitutto bisogna dire che certe difese delle Legge delega - afferma Ciafani - derivano dal fatto che questo testo unico l’ha scritto il ministero dell’ambiente prima e l’ha promosso poi Confindustria. Sicuramente però quando si dice “volteremo pagina sulle procedure d’infrazione dell’Europa” io dico che si aprirà piuttosto una quantità indefinita di procedure di infrazione, perché vengono ripresi tutti elementi - come la definizione di materia prima seconda, come la nuova definizione di sottoprodotto, o il restringimento del campo di azione dei rifiuti, - per i quali la Ue ci ha sempre bacchettato in questi ultimi 15 anni. Ci ha sempre ripetuto che la strada era sbagliata, ma noi l’abbiamo rimboccata nuovamente».

Stefano Ciafani spende anche due parole sulle dichiarazioni di Emma Bonino, che in consiglio dei ministri aveva parlato di situazioni sanate dal testo unico: «Probabilmente il ministro Bonino non ha letto nel dettaglio gli articoli della parte dedicata ai rifiuti, perché in realtà si aprono innumerevoli conflitti con l’Europa»

Secondo il coordinatore dell’ufficio scientifico di Legambiente poi, «il fatto che sottolinea Fise Assoambiente di un’apertura al mercato nell’affidamento dei servizi di igiene urbana, non ci trova contrari a prescindere. Il punto non è pubblico o privato, ma se il servizio viene affidato a un soggetto che industrialmente è in grado di espletare il servizio in efficienza, efficacia, economicità».

L´esponente di Legambiente arriva quindi al nocciolo della questione: «Non è che aprendo al mercato al massimo ribasso si risolve il problema dell’efficienza, anzi probabilmente lo si esaspera. Bisogna infatti andare in tutt’altra direzione, perché le gare devono essere realizzate premiando soggetti industriali più attrezzati, per esperienza e per capacità impiantistica».

Infine Stefano Ciafani focalizza l’attenzione sulla sottrazione di importanti flussi di «prodotti» alla gestione caratteristica di rifiuti. «E’ evidente che almeno su questo punti le opinioni di Legambiente e Fise corrispondono – dice – loro infatti sono preoccupati perché hanno gli impianti e più rifiuti spariscono e meno guadagnano. Noi invece siamo preoccupati perché già col vecchio decreto in vigore, nel 2004 sono sparite in Italia 18,8 milioni di tonnellate di rifiuti speciali, tra pericolosi e no, il che significa una montagna con una base di 3 ettari e un’altezza di 1880 metri».

«Anche noi pensiamo che la parte burocratica della gestione dei rifiuti vada semplificata – conclude Ciafani - però nella legge delega di Matteoli questa semplificazione diventa una vera e propria deregulation».

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