[11/07/2006] Parchi

La pesca indiscriminata mette in pericolo anche i pinguini

RIO DE JANEIRO (Brasile). Si spingono sempre più a nord, arrivando anche sulle spiagge brasiliane delle quali sono ospiti inconsueti. A mettere a rischio la sopravvivenza dei pinguini adesso è la pesca industriale, che determina lo spopolamento dei mari antartici dei pesci che ne rappresentano il cibo. Da un mese a questa parte i pinguini si sono visti a Rio de Janeiro, complice anche una temperatura piuttosto rigida (notti a 10 gradi). Stazionano sulla sabbia di Copacabana, Ipanema e Leblon, stremati dalla lunghissima migrazione dall’Antartide fino alla baia del Pan di Zucchero.

Se non è un evento totalmente inedito, il numero rappresenta una preoccupazione in più per gli oceanologi: in questa stagione, i pinguini risalgono l’Atlantico dall’Antartide alla ricerca di pesci, ma una presenza così cospicua in Brasile (altre centinaia di esemplari devono essere disseminati, moribondi, lungo le centinaia di chilometri della costa a nord e a sud di Rio) significa che devono andare a cercare pesce sempre più a nord. Sono tutti magrissimi (11 sono morti di stenti nonostante gli sforzi dei soccorritori), e con in bocca spine di pesci di scoglio, che normalmente non mangiano. La diminuzione vertiginosa del pesce d’alto mare, a causa della pesca industriale, sta spingendo numerosi animali marini verso le coste in cerca di cibo: si spiega così, secondo gli esperti, anche il forte aumento degli attacchi di squali lungo le coste brasiliane. I pinguini in vacanza a Rio vengono nutriti e curati nello zoo della città, per poi essere riportati in alto mare quando saranno in grado di rifare il lungo periplo di ritorno all´Antartide.

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