[11/07/2006] Rifiuti

Croce sulle centrali a biomasse: «E´ più pericolosa l´attuale combustione a cielo aperto»

FIRENZE. Il responsabile agricoltura di Legambiente Toscana Beppe Croce dà la sua personale lettura alla questione delle nanopolveri, sollevate in questi ultimi mesi dal direttore del laboratorio Nanodiagnostics di modena Stefano Montari, intervistato ieri da greenreport.

«In generale credo siano di gran lunga più incidenti gli inquinanti classici del nostro traffico, cioè il benzene, e gli idrocarburi policiclici aromatici, rispetto a queste fantomatiche nanopolveri che oggi sono diventate così tanto famose». Per Beppe Croce alcune affermazione dette da Montanari lasciano un po’ di dubbi. Per esempio quella che riguarda le nanopolveri assorbite dall’organismo umano attraverso frutta e verdura.



«Mi chiedo se abbiano fatto studi seri su questo prima di affermarlo – sostiene Croce - perché è banale dire che vanno a finire sui vegetali, ma il problema vero è capire l´effettiva pericolosità rispetto alle altre fonti di inquinamento. Dubito per esempio che le nanopolveri siano per esempio più pericolose di alcuni pesticidi o che comunque i pochi termovalorizzatori che ci sono in Italia producano più nanopolveri delle centrali elettriche, dei gas di scarico delle auto, dei poli industriali…».

Stefano Montanari ha messo nell’elenco delle fonti incriminate anche le centrali a biomasse, come del resto tutti gli impianti che prevedono un processo di combustione. Per le centrali a biomasse però è stato categorico «Queste centrali infatti sono di solito sovradimensionate almeno 100 volte rispetto a quello che dovrebbero bruciare e dopo qualche mese vengono trasformati in normalissimi inceneritori».

«Purtroppo c’è questo rischio della trasformazione in inceneritori - replica Beppe Croce - Ma non perché non ci sono abbastanza biomasse, ma per via di imprenditori furbastri che inseguono soltanto il denaro. Per quanto riguarda l’Emilia Romagna mi sembra strano quello che dice Montanari, loro avevano fatto un grosso impianto ad Argenta su cui tra l’altro noi di Legambiente non eravamo d’accordo proprio per la sua grandezza. Noi siamo per le centrali a biomasse ma di piccole e medie capacità e sempre dimensionati sulla disponibilità della materia combustibile».

«Detto questo – prosegue Beppe Croce - laddove ci sono, le biomasse restano un’ottima risorsa non solo perché rinnovabili, ma perché se dimensionati alle risorse locali possono attivare un’attività di cura dei boschi e del profilo idrogeologico del terreno. In molte località stanno nascendo impianti di piccole dimensioni che funzionano benissimo, come per esempio quello di. Monticiano in provincia di Siena, dove ci sono buone disponibilità di risorse forestali. E poi, in ultima analisi non bisogna dimenticare che gli impianti a biomasse potranno anche emettere nanoparticelle, ma sicuramente ne emettono meno dei residui agricoli, come paglia di grano, paglia di riso, potature di olivi, bruciati a cielo aperto in ogni parte della Toscana».

(nella foto una centrale a biomasse in funzione)

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