[13/07/2006] Parchi

Greenpeace pesca una sirena nella fontana di Trevi

ROMA. Greenpeace ha calato una spadara nella fontana di Trevi ed ha pescato una sirena. Il blitz di Greenpeace ha voluto mettere in rilievo che le reti derivanti vietate dall´Ue e dall´Onu, sono ancora usate nei nostri mari. Durante l’azione gli attivisti dell’arcobaleno reggevano striscioni con scritto "La pesca pirata uccide il mare" e "L´unica grande rete che vogliamo è una rete di riserve marine".

Greenpeace ha presentato il tour italiano della Rainbow Warrior (nella foto), la nave ammiraglia dell´organizzazione, lungo le coste italiane per monitorare lo stato dei fondali e individuare operazioni di pesca illegale.

«Sono stati denunciati quattro pescherecci – informa Greenpeace - che impiegavano reti illegali. Un pezzo della spadara utilizzata per l´azione dimostrativa di oggi è stata prelevata al largo di Capo Palinuro. Queste reti, lunghe anche 20 chilometri e alte 15 metri, vengono ancora calate nel nostro mare, in barba al bando, per catturare i pescispada. Vi trovano però la morte delfini e tartarughe, capodogli e altre balene».

Per Greenpeace è necessaria una norma per il sequestro degli attrezzi illegali anche a bordo e non solo in fase di pesca, e devono essere ritirate, temporaneamente e in caso di recidiva in modo permanente, le licenze a chi pesca in modo illegale rubando il pesce ai pescatori onesti.

Intanto l’associazione ambientalista aspetta di incontrare il ministro De Castro per discutere misure urgenti per fermare la pesca illegale.
«L´Italia non ha neanche redatto il piano d´azione contro la pesca illegale come richiestoci dalla Fao – dice Alessandro Giannì responsabile della campagna mare - Bisogna consentire il sequestro delle reti nei porti e non riconsegnarle agli stessi pescatori. Com´è possibile che abbiamo trovato reti sequestrate a bordo dei pescherecci? Ci domandiamo poi cosa pensa De Castro della proposta avanzata in sede comunitaria di cambiare il nome delle reti derivanti per legalizzarle, aggirando così il bando dell´Onu e della Commissione generale della pesca nel Mediterraneo della Fao».

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