[13/07/2006] Energia

Chirac propone l´Onu dell´ambiente. Bandoli e Buiatti scettici

LIVORNO. “A minaccia globale, risposta mondiale”. All’insegna di questo slogan il presidente della repubblica francese Jacques Chirac ha lanciato un’interessante proposta-manifesto per creare l’Organizzazione delle Nazioni Unite dell’Ambiente.
Un’idea che motiva spiegando come «la crisi ecologica che stiamo attraversando esige risposte mondiali efficaci e coordinate» e che lancerà con forza al G8 in programma domenica a San Pietroburgo.

Noi abbiamo chiesto a due esperti ambientalisti un parere sull’iniziativa del Presidente francese.
“Ben venga – comincia Fulvia Bandoli esponente della Sinistra ecologista - tutto quello che mette in evidenza la gravissima situazione ambientale in cui versa il nostro pianeta. La prima cosa positiva è che sia un capo dello stato a lanciare allarme. Detto questo – prosegue - sulla proposta ci penserei e mi riservo quindi di commentarla più approfonditamente in futuro. Questo perché le Nazioni Unite hanno già molti organismi al loro interno che dovrebbero occuparsi di problemi, cosa che invece non avviene, e aggiungerne un altro non mi convince».

Ma quali sono questi organismi?
«Comitati e commissioni che si dovrebbero occupare del clima, delle emissioni, ma che purtroppo funzionano a rallentatore. Il nodo della questione è che quando vengono date le direttive ambientali queste non vengono applicate dagli Stati, che sostanzialmente ne prendono solo atto per poi fare come gli pare. Qualsiasi organismo dovrebbe invece avere il potere di obbligare gli stati a rispettare le direttive».

Giudizio sospeso anche da parte di Marcello Buiatti, professore di genetica all’università di Firenze e presidente nazionale dell’associazione Ambiente e lavoro.
«Il nodo – spiega - è che cosa si intende fare e di che tipo di organismo si tratta. L’idea può anche andare bene, ma il fatto è che tutti gli organismi, Wto compreso, sono in crisi perché non riescono a far attuare alcuna risoluzione. Nessuno, tranne l’Onu con la forza militare, ha il potere coercitivo di imporre agli Stati di aderire alle convenzioni».

«Più che pensare ad un nuovo organismo – continua – che rischia di essere un luogo con sede in un paese neutrale, qualche impiegato e pochissimi soldi, sarebbe stato meglio mettere insieme le convenzioni e rendere quindi più snello quello che già c’è. Con la volontà però, di investire su queste cose, perché diversamente non si va da nessuna parte. Ad oggi il problema è che nessuno vuol spendere una lira per aggiustare la condizioni del mondo. Non capisco poi perché ci sia il bisogno di un organismo parallelo all’Onu. Perché un’altra cosa? No, ripeto, la questione vera è far rispettare le risoluzioni perché ciò che è stato fatto fino ad oggi non è servito a niente. Tutti i problemi ambientali sono in peggioramento tranne la questione Ozono. Si stanno giorni e giorni a scrivere documenti dove si contestano le virgole e poi non si riesce a farli rispettare. Tornando, quindi, alla proposta di Chirac, diciamo che ci interessa, ma vediamone prima i contenuti».

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