[13/07/2006] Energia

Biocombustibili obbligatori, per Basosi «pilastro della politica energetica»

ROMA. Dal primo luglio i combustibili tradizionali devono per legge essere miscelati con combustibili di origine vegetale, almeno nella misura dell’1%, che diventerà poi il 5% nel 2010. «È una novità molto positiva – spiega Riccardo Basosi, direttore del Dipartimento di Chimica dell´Università di Siena – Anche se si tratta semplicemente di ottemperare delle direttive europee, è particolarmente importante per l’Italia perché va in controtendenza rispetto all’ultima finanziaria, che aveva diminuito da 300mila e 200mila le tonnellate».

«Riteniamo in ogni caso – aggiunge Basosi - che si possa e si debba andare oltre ad almeno il milione di tonnellate. E’ importante avere la consapevolezza che la politica agricola comunitaria, sia una grande opportunità di diminuire quantità di petrolio consumate. Insomma, i biocombustibili non sono la soluzione, ma sono uno dei pilastri per costruire la nuova politica energetica nazionale ed europea»

Per ottenere 1 Kg di biodiesel servono 0,3-0,4 Kg di petrolio. Ne servono 0,35-0,45 Kg di invece per 1 Kg di bioetanolo, considerando ad esempio l´uso di fertilizzanti, gasolio per macchine agricole per la coltivazione di colza o girasole dai quali deriva questo carburante. «´Producendo il biodiesel però – continua Basosi - si risparmia il 55-65 per cento di anidride carbonica e il 40% con il bioetanolo, perchè le piante infatti assorbono CO2 durante la loro crescita. Per sostituire diesel e benzina con le materie prime vegetali e coprire la sola domanda per l´autotrazione, bisognerebbe sfruttare il 42% del territorio italiano adibito alle coltivazioni agricole per piantare solamente colza e girasole».

Il biodiesel viene prodotto attraverso un processo di esterificazione, quindi senza alcuna combustione e di conseguenza senza emissione di polveri: «prima avviene la spremitura di colza, girasole e altri, poi il filtraggio – conclude Basosi - quindi non essendoci processi a caldo, non produce né polveri né anidride carbonica, anzi la evita. L’unico neo è che durante il processo di produzione alcune fasi richiedono l’uso di energia elettrica, perché noi ambientalisti della prima ora riteniamo che non possa essere totalmente rinnovabile, ma solo al 70%».

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