[14/07/2006] Energia

Giovanelli sul G8: «Tempi maturi per una svolta ambientale dagli Usa»

REGGIO EMILIA. I grandi del mondo in Russia, a San Pietroburgo, per partecipare al G8 che sarà dedicato soprattutto ai temi dell’energia. A Fausto Giovanelli (nella foto), membro del consiglio nazionale dei Ds, abbiamo chiesto che cosa si aspetta da questo appuntamento, partendo dalle dichiarazioni del presidente francese Chirac, che ha proposto la costituzione di una Onu dell’ambiente.

«La proposta di Chirac mi sembra coerente con l’impostazione da lui portata a vanti a Johannesburg, perché è evidente che l’ambiente è ingovernabile a livello dei singoli paesi, e attualmente la governance ambientale europea è solo cultura e informazione: è abbastanza evidente che le organizzazioni dell’Onu, sono ormai solo uffici decentrati e quindi hanno molta meno importanza rispetto a quanto dovrebbero averne, vista anche la drammaticità delle questioni ambientali, della sicurezza energetica e delle strategie globali. L’Onu francamente oggi ha un po’ un ruolo ornamentale e io già tempo fa nell’introduzione a un libro ipotizzai la creazione di una sorta di consiglio di sicurezza sull’ambiente. Quindi non posso che apprezzare l’idea del presidente francese»

Secondo Fausto Giovanelli il ruolo dell’Italia al G8 non potrà che essere di secondo piano: «L’Italia ha enormi problemi: - spiega Giovanelli - perché per l’energia dipende dall’estero per 85%, ha recentemente battuto il proprio record di consumi, ha un trend di crescita di uso di energia per unità di prodotto, ha una pressione fiscale altissima, ed è in deficit rispetto al protocollo di Kyoto. Per questo domenica noi andremo a San Pietroburgo, ma ci sediamo senza alcuna autorevolezza. Se infatti l’Italia non è in grado di attivare una politica nazionale che investa su efficienza e rinnovabili, il peso italiano sarà ridottissimo. Insomma, oggi abbiamo l’interesse di un subalterno, perché purtroppo la prima esigenza oggi per noi è la sicurezza e la accessibilità».

L’esponente dei Ds in ogni caso guarda al futuro con ottimismo, e considera maturo il momento di un nuovo coinvolgimento americano snegli impegni per l’ambiente. «Bush dopo essere stato a lungo il nemico dell’ambiente, ha annunciato nei giorni scorsi un impegno sulle questioni ambientali. E io sono convinto che alla fine gli Stati Uniti avranno un ruolo migliore di Russia e Cina nonostante la mancata ratifica del protocollo di Kyoto. Perché oggi in America c’è una forte sensibilità ambientale e anzi credo che ora potrebbe essere il momento per impegnare i paesi del G8 a una sorta di Kyoto 2, ovviamente allargato agli Usa. Su questo sono ottimista: non credo che gli Stati Uniti possano disertare ancora a lungo, e la dichiarazione di Bush, che non ritengo casuale, lo dimostra».

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