[23/01/2006] Acqua

Perdite d´acqua, la provincia livornese al 27%

LIVORNO. Gli acquedotti italiani perdono in media il 40% dell’acqua che trasportano. Lo dice il rapporto annuale sullo stato dei servizi idrici nel nostro paese, curato dal Comitato per la vigilanza sull´uso delle risorse idriche. Nella provincia di Livorno, e per essere più precisi nell’Ato5, le cose sembrano andare un po’ meglio.

«Attualmente dovremmo attestarci su perdite medie pari al 27% - dicono da Asa – grazie al grosso lavoro fatto in questi ultimi anni, visto che nel 1999 eravamo al 37%». Dati importanti, ma è bene precisare che si tratta di stime. «In questi mesi è in corso una nuova ricognizione su tutto il territorio – dice l’addetto alle pubbliche relazioni di Asa, Andrea Viani – che dovrebbe concludersi in primavera. Allora potremo saper con esattezza quanto si perde e sapere se le previsioni di ambito sono state rispettate, anche grazie agli oltre 600 interventi di riparazione di fughe d’acqua effettuati all’isola d’Elba, dove le perdite sono sempre state superiori rispetto al continente».

Parole confermate anche dal direttore di Ato5 Livorno, Luca Barsotti, che ricorda anche gli altri obiettivi previsti dal piano: «Nel 2015 le perdite dovranno essere al 23% e nel 2022 sotto al 20% - dice Barsotti - anche perché arrivare a perdite inferiori non sarebbe economicamente vantaggioso, in quanto i costi di manutenzione supererebbero quelli delle perdite».

Ma Luca Barsotti, in attesa di conoscere gli esiti della ricognizione, utili anche a ripianificare ed adeguare il piano di ambito, sottolinea altri due aspetti fondamentali. «Innanzitutto - spiega - va sottolineato che in Provincia di Livorno sono minime le perdite a monte della distribuzione: non avendo tantissima acqua noi stiamo attenti a non sprecarla nella fase di captazione, come invece avviene nei territori di montagna. In secondo luogo bisogna evidenziare che fatto 100 le perdite, 70 sono fisiologiche e reali e 30 sono di carattere amministrativo».

Le perdite amministrative di fatto riguardano le forniture non contabilizzate, come per esempio quelle degli edifici pubblici che ancora sono sprovvisti di contatore. «Nel corso degli anni quindi – conclude Barsotti – sono destinate a diminuire sia le perdite fisiche grazie alla manutenzione, sia quelle amministrative con l’installazione di nuovi contatori e sostituzione di quelli non funzionanti».

(nella foto l´acquedotto di Colognole)

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