[20/07/2006] Energia

Bersani sull´energia: non possiamo perdere tempo in discussioni

ROMA. Il piano energetico nazionale? Per il ministro Pierluigi Bersani (nella foto) è solo una perdita di tempo. Lo ha affermato nel corso dell’audizione di fronte alla 13esima commissione permanente del Senato (Territorio, ambiente e beni ambientali) presieduta da Tommaso Sodano.

«Credo che non ci sia bisogno di fare un piano energetico nazionale – ha risposto Bersani a chi gli chiedeva i numeri del sistema energetico italiano - i numeri li conosciamo è non è indispensabile perdere un anno a discutere per sapere come siamo messi». Il ministro ha quindi spiegato che noi adesso produciamo energia con fonti combinate, più o meno secondo queste proporzioni: 45% di gas, 18% di olio combustibile, 18% di carbone: «il resto, vale a dire una percentuale di poco inferiore al 20% circa – ha continuato Bersani - viene prodotto attraverso le famose fonti rinnovabili».

Pierluigi Bersani ha evidenziato che il nucleare costa troppo e non ha risolto i problemi delle scorie ed ha poi aperto anche alla ricerca sul carbone: «Anche discutendo per un anno, arriveremmo alle seguenti conclusioni: prima di tutto, con il gas non possiamo esagerare, occorre mettere un freno al suo utilizzo. In secondo luogo, ci conviene procedere a una lieve correzione dell’incidenza del carbone, sia pure in presenza degli accordi di Kyoto, se non altro per essere di punta sulle tecnologie in questo campo. In Italia abbiamo delle tecnologie molto promettenti dal lato del carbone e bisogna continuare la ricerca, perche´ potremmo arrivare più rapidamente di quello che pensiamo a risolvere i problemi di fondo per il famoso carbone pulito. La terza conclusione riguarderebbe la riduzione dell’olio combustibile e la quarta l’incremento delle fonti rinnovabili».

Ma l’audizione del ministro dello sviluppo economico ha poi toccato da vicino la questione-gassificatori: «Ci sono una dozzina di progetti in corso: se dovessimo procedere a una pianificazione, faremmo riferimento a un range di tre o quattro strutture parlando di consumi nazionali e di cinque o sei strutture nell’ottica di un meccanismo d’integrazione delle infrastrutture a livello europeo».

A questo proposito secondo Bersani è necessario dare vita ad un patto con le varie realtà locali: «Si è parlato, ad esempio, della possibilità di una compensazione rispetto alla realtà locale in cui si va a realizzare un’infrastruttura. E’ una soluzione che non condivido assolutamente. E’ necessario trovare una sintesi, un legame non episodico, non occasionale, il più possibile strutturale. In questo caso le possibilità sono enormi. Dagli impianti di teleriscaldamento a quelli di refrigerazione, come nel caso dei gassificatori. Si deve stabilire insieme quale può essere il legame tra contributo nazionale, in termini di infrastrutturazione fondamentale in campo energetico, e andamento dei prezzi della bolletta».

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