[24/01/2006] Rifiuti

«Termovalorizzatori, mettiamo al bando le prese in giro»

FIRENZE. «Anch’io propongo una moratoria per quanto riguarda i rifiuti: la moratoria della presa in giro». E’ il parere di Andrea Sbandati, direttore generale di Cispel-Confservizi Toscana, nel complesso dibattito che sta attraversando la Toscana, e la piana fiorentina in particolare, sulla questione dei termovalorizzatori. «E’ bene chiarire di che cosa stiamo parlando – dice Sbandati – e cioè di un comparto in cui il 35 per cento di raccolta differenziata ormai si fa. Voglio dire che non siamo nella situazione di dieci anni fa, quando era possibile dire: “Intanto fate la raccolta differenziata e poi si vede”. Adesso siamo nella condizione di prendere una decisione».
Una decisione che sia orientata da quali criteri?
«Molto semplicemente, bisogna chiedersi che cosa ancora non si fa, nel governo dei rifiuti, seguendo la gerarchia della gestione integrata. Se la raccolta differenziata ed il recupero di materia sono cresciuti, il recupero energetico è rimasto stabile, diciamo attorno al 10%. Penso che l’agenda di un paese normale, di cittadini dotati di buon senso, sia questa: facciamo crescere la differenziata dal 35 al 50 per cento, ed il recupero di energia dal 10 al 30».
Chi è contrario ai termovalorizzatori sostiene che bisogna puntare sulla riduzione dei rifiuti.
«E’ vero, è importantissimo. Ma attenzione a non fare affermazioni di carattere demagogico. Com’è possibile imporre alle amministrazioni locali o alle aziende di servizio vincoli e obiettivi precisi? Con tutto l’impegno che ci si può mettere, bisogna incidere sul sistema economico per pensare di ridurre i rifiuti. Il 15 per cento di cui si è parlato in queste settimane mi sembra, in effetti, un po’ demagogico. Anche guardando i progetti che vengono messi in campo su questo terreno, non ne vedo alcuno in grado di arrivare a una diminuzione in senso assoluto dei rifiuti prodotti. Sarebbe già importante rallentarne il ritmo di crescita».
E del cosiddetto trattamento a freddo che cosa pensa?
«Sarò brutale, ma penso che i rifiuti consentano poca fantasia: o si recupera materia, o si recupera energia, o si va in discarica. E l’impressione è che alla fine di ogni ragionamento, dietro al cosiddetto trattamento a freddo ci sia il modo per portare rifiuti in discarica facendo finta di non portarceli. A mio avviso le uniche tecnologie sono quelle semplici. Casomai ragioniamo sull’efficienza degli impianti dal punto di vista del recupero energetico, anche alla luce dell’ultima direttiva».
Quanto contano i tempi delle decisioni?
«Molto, moltissimo. Sono decisivi. E’ questa la stagione giusta nella quale chiudere qualche decisione strategica, non un’altra. Bisogna fare alla svelta, perché il sistema toscano altrimenti rischia di fare passi veloci verso l’emergenza. E i termovalorizzatori possono essere un pezzo consistente del piano energetico, in una logica pragmatica di sostituzione di combustibile fossile».

nella foto: l´inceneritore di Falascaia in Versilia

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