[27/07/2006] Energia

Cambio di clima, per il Wwf ancora insufficienti gli impegni dei paesi europei

ROMA. Germania, Polonia, Lituania, Estonia e Irlanda, solo 5 paesi europei su 25, e con un mese di ritardo rispetto alla scadenza del 30 giugno, hanno sottoposto alla Commissione Europea i rispettivi Piani nazionali di allocazione delle emissioni per la seconda fase dello Schema sul commercio delle emissioni. Altri 9 paesi (Belgio, Bulgaria, Francia, Lettonia, Olanda, Portogallo, Spagna, Regno Unito e Italia) sono ancora un passo indietro dall’impegno, avendo sottoposto soltanto delle «prime stesure» dei Piani, ed altri 11 paesi non hanno ancora fatto alcuna azione per applicare la Direttiva Europea specifica (87/2003).

«Non solo presentati in ritardo ma anche inconsistenti dal punto di vista della riduzione delle emissioni di gas serra», dice il Wwf Italia, attraverso il suo segretario generale Michele Candotti. «Si sta sottostimando l’urgenza di combattere efficacemente l’effetto serra che proprio in questi giorni sta attanagliando l’Europa intera – prosegue Candotti – le procedure di allocazione così deboli e frammentarie non possono incentivare sufficientemente le industrie europee ad investire in tecnologie pulite e tagliare le emissioni di gas serra»

Un punto debole ritenuto importante nei Piani di allocazione nazionali è quello relativo alla procedura con cui vengono assegnati i permessi alle industrie. Invece di beneficiare della possibilità di mettere all’asta fino al 10% dei permessi di emissione, la maggior parte dei Paesi li assegna gratis o usa un sistema che favorisce le tecnologie maggiormente inquinanti. Comunque Italia, Germania, e Spagna non stanno progettando l’introduzione di alcun piano d’asta. Invece la Polonia ha portato all’asta solo l’1% dei permessi mentre l’Inghilterra è arrivata al 7%.

Torna all'archivio