[03/08/2006] Acqua

L´acqua è una risorsa che va pianificata in sintonia con lo sviluppo

FIRENZE. Eccoci all’acqua! Le rassegne stampa di questi giorni, anche nella nostra regione, parlano di crisi idrica, di competitività tra i vari usi, di inaccessibilità di molte risorse idriche perché inquinate, di disagi per i cittadini (residenti e turisti). Certo un po´ di responsabilità possono essere attribuite ai cambiamenti climatici in atto (fenomeno riconosciuto dalla maggior parte degli scienziati) che sono causa di fenomeni piovosi concentrati nel tempo, violenti, con acqua dilavata via velocemente, che non penetra nelle falde e che crea magari disastri (l’altra faccia della stessa medaglia).

Del resto è ormai noto che il fiume più importante della nostra Regione, l’Arno, faccia registrare un calo di portata media consistente negli ultimi 90-100 anni e che secondo quanto riferisce l’Autorità di bacino possa essere considerato un indicatore locale di cambiamenti climatici globali. Ma è anche vero che molti aspetti sono noti, da tempo.

E’ risaputo che nel periodo estivo il settore agricolo necessita di molta acqua (l’estate è il periodo irriguo); l’estate è anche il periodo delle vacanze e numerose località raddoppiano, triplicano le presenze e tutti i cittadini hanno il diritto di lavarsi e di avere acqua potabile di qualità da bere. L’industria del resto deve continuare a lavorare e la domanda energetica sempre crescente è coperta anche con l’ausilio dell’acqua.

Allora come se ne esce. L’unica via possibile è il governo integrato della risorsa che come condizione preliminare ponga la conoscenza. Quanta acqua è disponibile in un territorio e di che qualità? Quali sono gli usi a cui destinarla? Quali sono le limitazioni da imporre? Quali sono le politiche da far convergere? Qual è il vero valore della risorsa idrica (non quello di mercato)? Se riusciremo a dare risposta a queste domande potranno essere evitate politiche illogiche come quelle che portano a coltivare riso e mais dove non c’è acqua, a costruire in nome dello sviluppo (compreso quello turistico) in territori saturi che hanno risorse di base (come la risorsa idrica) limitate, lamentandosi contemporaneamente che non ci sono più spiagge a cause dell’erosione costiera e che l’acqua che prima era dolce adesso è salata per il fenomeno dell’intrusione salina.

E si continua a pompare. Dovendo dar risposta a quelle domande automaticamente dovranno essere evitati progetti che concedono all’industria l’unica falda con acqua pregiata di un territorio e contemporaneamente sarà obbligatorio avviare politiche vere di conservazione, settore per settore, che mettano al primo posto la riduzione dei consumi e il riutilizzo, affiancate da un’innovazione tecnologica e di processo volta al risparmio.

Qualità, competitività dei territori, innovazione, dinamismo. Concetti inseriti nel Piano regionale di sviluppo che possono trovare cittadinanza anche in una nuova politica di governo della risorsa idrica che non è e non deve essere politica di settore, ma facente parte della pianificazione generale. Se vogliamo cogliere i dettami dello sviluppo sostenibile e durevole, secondo i quali devono essere conservate le risorse per le generazioni future, occorrerà scegliere direzione e verso giusto per l’applicazione di quei concetti.

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