[03/08/2006] Aria

La Cina ammette di inquinare il mondo, più di tutti

PECHINO. La Cina ha ammesso di essere il principale inquinatore al mondo di anidride solforosa, attraverso una nota dell´amministrazione statale per la protezione ambientale (Sepa) di Pechino: nel 2005 il Paese ha rilasciato nell´atmosfera 25,49 milioni di tonnellate di anidride solforosa, oltre il 27% in più rispetto a quella rilasciata nel 2000.

La prima notizia è che questo, più o meno, lo sapevamo tutti, ma la Cina difficilmente si era addosssata una simile responsabilità. La seconda notizia è che Li Xinmin, direttore della Sepa,
ha anche ammesso che «questa situazione deve cambiare nel breve periodo».

In effetti non è preoccupante tanto il fatto che le emissioni inquinanti causeranno una perdita di 20mila yuan (circa 2mila euro) per ogni tonnellata di anidride solforosa, senza contare i danni ambientali, visto che il diossido di zolfo, è uno dei gas tossici principalmente responsabili dell´inquinamento atmosferico.

E neppure che quasi 22 milioni di tonnellate vengono rilasciate dalle industrie cinesi, mentre il resto (più di 3 milioni), proverrebbe dagli scarichi dei cittadini.

O infine che l´energia elettrica cinese proviene al 70% dal carbone.

Quello che deve preoccupare davvero è che cosa accadrà domani, con l´inarrestabile corsa cinese allo sviluppo: nei prossimi anni per esempio il numero di auto circolanti in Cina s´impennerà di pari passo col miglioramento delle condizioni economiche del Paese. E così aumenteranno le fabbriche, le industrie, l´economia in genere e il fieno per mandare avanti l´enorme macchina cinese, ovvero l´energia, rigorosamente ricavata da fonti fossili. Finché ce n´è.

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