[07/08/2006] Acqua

Menduni (Autorità dell´Arno): «Serve una serie di nuovi piccoli invasi»

FIRENZE. Il tema della risorsa idrica è alla ribalta della cronaca di questi giorni ed è argomento che sta a cuore a moltissimi cittadini. Abbiamo voluto fare il punto della situazione con Giovanni Menduni, Segretario generale dell’Autorità di Bacino dell’Arno.

Professore, in alcune parti del Paese, specialmente al nord nel bacino del Po, ormai è vera crisi idrica. Com´è la situazione in Toscana ed in particolare nel bacino dell´Arno?
«L’Arno è caratterizzato da un regime delle portate sostanzialmente torrentizio, caratterizzato dall’alternarsi di magre persistenti e piene spesso rilevanti. Si pensi che non è infrequente, nei mesi autunnali, registrare incrementi della portata che, a Firenze, possono raggiungere tranquillamente due ordini di grandezza in poche ore. Un temperamento torrentizio, insomma, ben lontano da quello tipico dei grandi fiumi. La portata estiva a Firenze è sostanzialmente artificiale, derivata dai rilasci dell’invaso di Bilancino e di quelli di Levane e La Penna. Una specifica commissione, coordinata dall’Autorità di bacino, governa le quantità svasate quotidianamente in maniera da garantire deflussi minimi vitali lungo l’asta del fiume. La nostra cabina di regia è attiva dal 1997 e ha consentito di superare, senza grandi traumi, eventi eccezionali quali quello del 2003».

La diminuzione della portata media dell´Arno è un dato acclarato. Da cosa dipende?
«Ci sono diversi fattori che operano, purtroppo, nella medesima direzione. Si tratta di una diminuzione dei volumi di pioggia, dovuta sopratutto ai riflessi del cambiamento climatico sul percorso che traccia il passaggio delle perturbazioni. Piove anche in maniera più concentrata, con un minor rendimento sui bilanci idrici su base annua. Anche le temperature sono aumentate, incrementando l’evaporazione e l’attività delle piante che trasferiscono, con maggiore efficienza, l’acqua verso l’atmosfera. La superficie boscata, tra l’altro, è significativamente aumentata nella nostra regione. C’è poi il capitolo prelievi, sopratutto quelli abusivi, che non va trascurato».

Gli ambientalisti ma non solo, anche alcune associazioni degli agricoltori come la Coldiretti, dichiarano che una gestione più razionale dell´acqua è in grado di assicurare la disponibilità idrica sufficiente a soddisfare i bisogni dell´agricoltura, dei cittadini e delle altre attività economiche. Cosa ne pensa?
«Una razionalizzazione dei consumi è un aspetto da prendere in seria considerazione. Un passo avanti per rispondere con maggiore esattezza a questa domanda, verrà dal Piano per il Bilancio idrico che la nostra Autorità sta ultimando proprio in questi mesi».

Premesso il necessario ed esteso impegno sul versante del risparmio idrico, del riutilizzo e riducendo le perdite di rete, quali sono gli interventi strutturali necessari per ridurre i disagi in futuro?
«Ritengo che non sia uno scandalo proporre alcuni piccoli invasi limitati a uno o pochi milioni di metri cubi (pensiamo che Bilancino - nella foto - ne contiene quasi 70), sempre a condizione di una seria valutazione di impatto e una forte condivisione territoriale. La polifunzionalità, ad esempio tra sostegno delle magre, moderazione delle piene, produzione di energia rinnovabile e riqualificazione sociale e ambientale, costituiscono elementi indispensabili per individuare le eventuali localizzazioni»

Sul fronte più strettamente "politico" non pensa che le Autorità di Bacino debbano avere più peso, con poteri di controllo oltre che di indirizzo?
«Sono d’accordo sul dare più autorità alle Autorità. Il come richiede tuttavia un dibattito approfondito».

Un´ultima domanda. Siamo ormai a metà estate. Siamo fuori pericolo o è ancora possibile un´emergenza tipo 2003?
«Mettiamola così: ad oggi, con le riserve disponibili, abbiamo circa 20 giorni di vantaggio rispetto ad allora e questo è senz’altro confortante. Non sono state infrequenti tuttavia, nel passato, siccità che si sono estese fino alla fine del mese di ottobre. Quindi, occorre comunque attenzione».

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