[25/01/2006] Energia

Gas, autonomia dall´efficienza

LIVORNO. L´economista Daniele Verdesca e Gianni Silvestrini, direttore scientifico del Kyoto Club e di Qualenergia, giudicano in modo negativo l’adozione da parte del Governo italiano di misure di emergenza come la riduzione della temperatura degli ambienti riscaldati, o l’autorizzazione all’utilizzo nelle centrali termoelettriche di olio combustibile ad alto tenore di zolfo.

«E´ il segnale di una mancanza di governo dell’energia che, dopo essersi manifestata negli anni scorsi sul versante elettrico con i black-out, si estende ora anche al gas», dice Gianni Silvestrini, secondo il quale l’attenzione dei media «è concentrata sulla necessità di adeguare l’offerta, attraverso l’incremento delle importazioni dei gasdotti e con la realizzazione di terminali di rigassificazione. Tutte cose ragionevoli. Ma non bisogna dimenticare le azioni sul lato della domanda».

«Se i decreti sull’efficienza energetica del 2001 rivolti ai distributori elettrici e del gas - prosegue Silvestrini - fossero partiti, come previsto, l’anno successivo invece di subire un ritardo di tre anni, attualmente avremmo un risparmio di oltre 1 miliardo di mc/anno di gas, pari al 4% delle importazioni dalla Russia.

Ma cosa si può fare nei prossimi anni per aumentare l’efficienza energetica degli usi finali? Limitiamoci al settore civile. Se i nuovi edifici venissero realizzati secondo le norme contenute nei nuovi regolamenti edilizi già adottati da un certo numero di comuni lombardi avremmo annualmente un risparmio di oltre 100 milioni di metri cubi di gas, valore che si cumulerebbe anno dopo anno».

Proprio in una intervista rilasciata a greenreport la scorsa settimana, Silvestrini aveva ricordato che se le caldaie a gas che vengono annualmente installate (oltre un
milione) invece di essere di basso rendimento energetico, fossero a 3 o 4 stelle (alta efficienza), si avrebbe un risparmio aggiuntivo di oltre 200 milioni mc di gas all’anno.

«Una politica attenta sul versante dell’efficienza - conclude Silvestrini - potrebbe nel prossimo quinquennio portare ad un risparmio di gas di oltre 4 miliardi di metri cubi, un valore pari al 15% delle attuali importazioni dalla Russia, con un vantaggio economico per il minore esborso sia per l’acquisto del metano che per l’acquisizione di crediti di carbonio per far fronte agli impegni di Kyoto».

«I proveddimenti del Governo? Sono i classici famosi palliativi: è come dare un´aspirina a un malato terminale per farlo andare avanti qualche minuto». E´ lapidario il commento di Daniele Verdesca, economista e docente dell´Università di Siena. «Ci sono molte cose - dice - che si potrebbero fare e non si fanno: da quelle più banali, come la riduzione dei consumi, a quelle più complesse, come per esempio smantellare i monopoli e le resistenze di posizioni di rendita che impediscono di innovare».

Ma il primo passo da compiere secondo Verdesca è sicuramente quello di «mettere allo stesso tavolo tutti i soggetti che hanno competenza in materia, perché l´Italia sconta proprio questo fatto: che non esiste un coordinamento del governo dell´energia. Fare questo passo sarebbe una grande rivoluzione per il Paese e allora si potrebbe cominciare a discutere di nucleare, di idrogeno e di fonti rinnovabili».

Per il docente dell´Università di Siena un altro importante provvedimento da attuare sarebbe quello dell´innovazione e della ricerca. «Solo investendo in questo modo le nostre risorse - conclude Verdesca - l´Italia potrebbe risolvere nel medio periodo il problema della sua debolezza energetica, perché le riserve di gas come quelle di petrolio già ora e comunque in futuro sempre di più, entreranno in crisi».

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