[16/08/2006] Acqua

Goletta Verde: Il mare più pulito è in Toscana

CAPALBIO (Grosseto). Sono tornate in porto Catholica e Pietro Micca, le due barche storiche di Goletta Verde che quest’anno hanno fatto tappa in 51 località ed è rientrata anche la Chicaboba Magnum, che ha veleggiato lungo le coste del Mediterraneo. Così la ventunesima edizione di Goletta Verde di Legambiente ha presentato questa mattina a Capalbio i dati raccolti lungo gli 8000 chilometri di costa italiana. Due mesi di viaggio, per testare la qualità delle acque di balneazione, misurare l’erosione dei litorali, denunciare le illegalità e gli abusi che colpiscono il mare italiano, promuovere le aree marine protette e i territori che hanno scelto uno sviluppo all’insegna dell’ambiente.

Quello italiano è un mare un po’ meno sporco: i tecnici di Goletta Verde hanno infatti trovato puliti 4 punti di campionamento ogni 5. Però aumenta l’inquinamento alle foci dei fiumi, con il 67% dei campioni inquinati o gravemente inquinati.

«Oltre ai parametri microbiologici previsti dalla normativa in vigore, il Dpr 470/82 – dice Santo Grammatico, portavoce dell’imbarcazione ecologista - Goletta Verde ha misurato anche gli escherichia coli, nuovo parametro di riferimento della direttiva europea 2006/7/CE che gli Stati membri dovranno recepire entro il 2008. Su 524 punti campionati, foci dei fiumi comprese, 420 (ovvero l’80,1%) sono risultati perfettamente puliti. 51 (9,7%) erano leggermente inquinati, 15 (2,9%) inquinati e 38 (7,3%) fortemente inquinati».

Sul podio delle Regioni con il mare più pulito, il primo posto spetta alla Toscana, che su 54 punti campionati ne può vantare 94,4% in perfetta regola, seguita da Marche (88,2%), Basilicata e Molise a pari merito (87,5%). Ultimo in classifica il Friuli, che raggiunge solo un 53,8% di campioni puliti, penalizzato forse dalle piogge che hanno preceduto di pochi giorni i tecnici di Legambiente.

Rimane preoccupante la situazione alle foci dei fiumi. Il 66,7% dei prelievi risulta inquinato o gravemente inquinato, il 13% leggermente inquinato e solo il 20,3% pulito. E’ la dimostrazione che i problemi del mare nascono a
monte: mancano gli impianti di depurazione e abbondano gli scarichi illegali, a questo vanno aggiunte, soprattutto al sud, migliaia di case abusive senza depuratori né fogne, che sversano nei fiumi e o direttamente nel mare.

«La situazione del mare è tutto sommato buona se ci si riferisce ai parametri della balneazione – ha spiegato Lucia Venturi - La depurazione di fatto è migliorata negli anni, e per questo è diminuita la presenza dei batteri di origine fecale. In diversi casi, inoltre, la siccità degli ultimi mesi ha giocato a favore della qualità del mare, lasciando in secca i fiumi che sono il principale vettore di inquinamento. Ciò non significa, però, che il mare italiano stia in salute: preoccupa, preoccupa molto, l’aumento costante della temperatura delle acque superficiali, decisamente superiore alla media stagionale».

«I mutamenti climatici - continua Venturi - legati all’uso sempre più massiccio di combustibili fossili e all’ancora scarsa applicazione del Protocollo di Kyoto, vedono il mare tra le prime vittime, e questo contribuisce alla proliferazione di specie aliene come molte alghe anche tossiche. E’ il caso dell’Ostreopsis ovata, che ha fatto scattare il divieto di balneazione su chilometri e chilometri di costa tirrenica. La lotta ai cambiamenti climatici è una priorità anche per salvare il mare italiano.
Intanto bisogna allora rifinanziare al più presto un programma di monitoraggio per il controllo dell’ambiente marino e costiero, e alla luce delle emergenze di quest’estate occorre lavorare all’individuazione di nuovi bioindicatori dell’inquinamento ambientale e alla standardizzazione e al miglioramento di quelli già esistenti. Inoltre è importante rafforzare il ruolo delle regioni e i compiti delle agenzie regionali di protezione ambientale».

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