[18/08/2006] Parchi

Doppiette divise sul decreto del governo

LIVORNO. Le associazioni venatorie, con l’esclusione di Arcicaccia, stanno pesantemente attaccando il decreto legge varato il 4 agosto dal consiglio dei ministri sulla fine delle deroghe per le specie cacciabili e che mette un punto fermo sulla gestione delle Zone di protezione speciale (Zps), istituite in base alle direttive uccelli ed habitat dell’Unione Europea.

Un provvedimento che appare come “dovuto”, perché nasce dall’esigenza di porre rimedio alle molteplici procedure di infrazione avviate dall’Ue contro l’Italia sulle deroghe regionali e dalla confusione ingenerata da precedenti provvedimenti del governo Berlusconi che prima aveva tentato di estrapolare le Zps dalle norme di salvaguardia proprie delle aree protette e poi, davanti ad una sentenza del Consiglio di Stato ed ai richiami dell’Unione Europea, aveva fatto una brusca marcia indietro, introducendo le Zps, dove era possibile la caccia, tra le aree protette e quindi con un probabile temporaneo divieto di caccia in attesa di una definizione delle forme di protezione e gestione, così come reclamava il Wwf.

Di fatto quindi il decreto del governo riapre la possibilità di caccia nelle Zps, anche se questo ai cacciatori non basta e premono per il mantenimento delle deroghe regionali e la caccia senza limiti di specie anche nelle Zps. Quindi, il governo (e le regioni) si trovano stretti tra le condanne della Corte di giustizia europea, le minacce di pesantissime sanzioni monetarie da parte dell’Ue e le pressioni dell’associazioni venatorie che minacciano proteste clamorose.

Una situazione difficile che ha fatto chiedere alla Federparchi «la costituzione di un tavolo per la concertazione con tutte le rappresentanze delle categorie interessate (parchi, agricoltori, cacciatori, ambientalisti) per definire gli adeguamenti alla legislazione regionale e per regolamentare le deroghe». Infatti , le regioni entro 90 giorni dovranno adeguare le leggi che regolamentano le deroghe per le specie cacciabili ed i periodi di apertura della caccia alle regole dell’Ue, per andare verso una caccia attiva nella valorizzazione del patrimonio naturale e responsabile nei confronti dell´attività agricola e nella tutela della biodiversità e delle caratteristiche per le quali sono state istituite le Zps attraverso accordi che coinvolgono regioni, governo ed Unione Europea.

Non a caso Osvaldo Veneziano, presidente dell’Arcicaccia, chiama il provvedimento del governo “salvacaccia nelle Zps” e chiede che regioni e province «adottino le migliori e le più rapide soluzioni per dare coerenza attuativa alle nuove norme e certezza di diritto per i cacciatori». Per Veneziano 0171il decreto ha evitato il blocco dell’attività venatoria nelle Zone di Protezione Speciale dopo la sentenza del Consiglio di stato e consente di evitare i procedimenti di infrazione dell’Unione Europea nei confronti dell’Italia per le note inadempienze sul recepimento delle direttive comunitarie nella parte riguardante il prelievo in deroga alle specie non inserite nell’elenco delle specie cacciabili».

Ma il decreto non preclude del tutto nemmeno forme di prelievo in deroga: 0171conferma – spiega Veneziano - la potestà delle regioni in materia ma ribadisce l’obbligatorietà di queste di conformarsi al parere dell’Istituto nazionale per la fauna selvatica» Il provvedimento non interviene né sui periodi venatori (1 settembre – 31 gennaio) né sulle modalità di caccia previsti dalla legge 157/92, prevede alcuni divieti per le sole Zps: no alla preapertura della stagione venatoria; no all’attività venatoria in deroga alla direttiva 79/409/Cee, ma lasciando la possibilità di regolamentare il prelievo in deroga per la tutela delle produzioni agricole; no ai ripopolamenti a scopo venatorio, se no fatti nelle aziende faunistiche venatorie e con fauna selvatica proveniente dalle zone di ripopolamento e cattura del territorio; no alla caccia a pernice bianca, combattente e moretta; no all’addestramento di cani da caccia prima della seconda domenica di settembre e dopo la chiusura della stagione venatoria. Per la stagione venatoria 2006/2007, nelle Zps si potrà cacciare dalla terza domenica di settembre, ma la caccia di selezione degli ungulati e al cinghiale che potrà essere svolta anche prima, se le leggi regionali lo permettono, e fino a tutto il mese gennaio sono ammesse mentre la caccia da appostamento dentro le Zps è consentita per due giornate prefissate alla settimana.

E allora perché le altre associazioni venatorie, con in testa Federcaccia, stanno sparando addosso al decreto del governo? «Di fronte a queste novità – spiega il presidente di Arcicaccia - pur esprimendo il compiacimento per aver riacquisito il diritto di cacciare nelle Zps e ribadito la validità dei tempi di caccia previsti dalla legge 157/92, siamo preoccupati per le difficoltà nelle quali potrebbero venire a trovarsi i cacciatori a causa di una insufficiente e non tempestiva informazione. Per questo intendiamo offrire la nostra collaborazione attraverso la struttura organizzativa allo scopo di contribuire ad affermare coerenza applicativa delle norme e certezza di diritto per i cacciatori».

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