[24/08/2006] Rifiuti

Libano, mancano gli esperti per la bonifica della marea nera

BEIRUT (Libano). Si è conclusa la prima fase della missione della task force ambientale in Libano. I sei esperti inviati dal ministero dell´Ambiente sono infatti tornati in Italia dopo aver prelevato i campioni della marea nera che ha contaminato 120 km delle coste libanesi dopo il bombardamento di uan centrale elettrica sulla costa.

Ora altri tecnici sono al lavoro per analizzare i campioni prelevati, stabilire l’esatta natura dell´inquinante e quindi valutare quale sia l’azione di bonifica più opportuna. L´azione suggerita dagli esperti italiani è comunque quella diraccolta dell´inquinante tramite skimmer (deschiumatori) e panne; quindi il recupero di ciò che avanza, sia sulle coste, sia in acqua, tramite aspiratori».

Intanto anche il parco naturale delle Palm Islands (Nella foto uno scorcio suggestivo), poco distante dalla costa a nord di Beirut, è stato inondato dalla marea nera. «La situazione è disperata - racconta Roberto Mussapi, capo del dipartimento tutela delle acque dell´Apat (Agenzia per la protezione ambientale e per i servizi tecnici) - Le isolette delle Palm Islands, oltre ad essere un parco naturale, costituiscono un punto di sosta vitale in questo periodo per almeno 130 specie di uccelli marini migratori. Il loro arrivo è previsto a settembre».

Il danno all´ambiente è ancora tutto da quantificare: «Fra una settimana, grazie ai nostri campionamenti effettuati sui 120 km di costa interessati fra la centrale elettrica e la Siria - precisa l´esperto dell´Apat - avremo dati solidi sull´inquinante e i suoi effetti». Attualmente «la stima delle autorità locali - spiega Mussapi - è che siano finite in mare 15.000 tonnellate di olio combustibile».

La squadra di tecnici italiani ha individuato 30 siti inquinati fra Beirut e il confine siriano e si presume che tutta la zona risulti colpita. «La bonifica sarà un lavoro molto costoso e pesante - spiega l´esperto dell´Apat - anche in mare, per questo servono sub esperti». Se infatti i contributi dei Paesi Ue consentiranno l´acquisto degli strumenti necessari alla ripulitura, attualmente a mancare è il personale qualificato, che è presente in italia come in altri paesi europei. Ma per il momento in merito non c’è alcuna decisione.

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