[28/08/2006] Parchi

Il lavoro dei parchi: un´occasione se si sa sfruttare

FIRENZE. Quanto lavoro dà un parco? E´ questa una delle prime domande che si fanno i promotori o i detrattori di un´area protetta, ma la risposta è diversa per ogni parco e dipende dalle varie forme di gestione o dalle capacità promozionali che ogni ente gestore ha.

In Toscana abbiamo tre parchi nazionali (Arcipelago toscano , Foreste Casentinesi ed il parco dell´Appennino Tosco-Emiliano ancora da mettere in piedi), tre parchi regionali (Maremma, san Rossore-Massaciuccoli ed Apuane)
diverse riserve naturali dello Stato, una miriade di Aree Naturali Protette di Interesse Locale (Anpil) che sono una delle aratteristiche della politica di protezione della Toscana, le oasi "private" del Wwf e della Lipu e poi forme di protezione della flora e della fauna come i Siti di importanza regionale (Sic), i Siti di interesse comunitario (Sic) e le Zone
di protezione Speciale (Zps) che spesso si accavallano o si sovrappongono.

I parchi nazionali hanno un´occupazione diretta di circa 25/30 persone, a seconda della estensione territoriale, che lavorano negli uffici dell´ente parco, a questi si assommano qualche consulente e i militi del Coordinamento
territoriale ambientale (Cta) del Corpo forestale dello stato che svolgono compiti di sorveglianza dell´area protetta.

Più diversificata ed "agile" la situazione dei parchi regionali, con un organico dell´Ente spesso minore di quello dei parchi nazionali, ma con la vigilanza svolta direttamente dai
guardiaparco e con rapporti che sembrano più stretti con cooperative e aziende che svbolgono attività di promozione, conoscenza e sviluppo.

Le Anpil sono spesso solamente dei confini sulla carta ed in molte mancano piani e norme di gestione, le riserve integrali dello stato sono gestite dal Cfs a fini esclusivamente conservazionistici e le oasi delle associazioni
ambientaliste occupano un numero limitato di guardie ed educatori ambientali, spesso affiancati da volontari e da cooperative legate alle stesse organizzazioni.

La capacità di creare sviluppo "sostenibile" occupazione e nuovo reddito, dipende quindi dalle politiche che i vari parchi riescono a mettere in campo, dall´indotto che riescono a creare mobilitando risorse e interesse
delle popolazioni locali e dalla situazione economica preesistente.

E´ chiaro che un parco montano, che combatte spopolamento e perdita di biodiversità negli animali di allevamento o investe nella produzione di prodotti tipici che si stavano dimenticando, avrà in percentuale e
visibilità di risultati più successo di un parco come quello dell´Arcipelago toscano che opera in una realtà di turismo di massa ed economia ricca e dove il problema delle produzioni tipiche non è certamente quello del rilancio ma
dell´estinzione e del recupero.

Ma magari il trekking ed il turismo ambientale nell´Arcipelago toscano spostani più turisti, occupazione e risorse economiche che nelle Apuane, ma tutto viene affogato nelle cifre
enormi del turismo balneare.

Ogni parco, giustamente dà risposte diverse agli interrogativi che pone la necessità di "riconvertire", scegli strade che a volte si rivelano vicoli ciechi, dispiega politiche di successo come quelle che hanno fatto uscire il
parco della Maremma da difficoltà gestionali che lo avevano bloccato, sconta anni di paralizzanti commissariamenti come i 3 parchi nazionali toscani, ma è evidente che le aree protette rappresentano finora un lavoro sicuro per un
numero limitato di persone assunte dagli enti e che svolgono un lavoro amministrativo e di sorveglianza, una buona occasione per numerosi giovani che hanno scelto di fare le guide ambientali ed una grande possibilità di
creare nuove attività legate alla conoscenza della natura ed alla valorizzazione del territorio e dei suoi prodotti.

Il come e quanto sta nelle capacità progettuali, nelle scelte e negli indirizzi che sonno darsi, ma anche nella capacità delle comunità, dell´economia e degli enti locali di rapportarsi con i parchi come occasione di crescita e di riconversione dell´economia.

Torna all'archivio