[28/08/2006] Parchi

Sul parco dell´arcipelago, su quello minerario e sulle scatole cinesi

PISA. Sulla presidenza del parco dell’Arcipelago nessuna nuova e non è detto che significhi buona nuova; mettiamola per ora nel conto della coda feriale. Del parco comuqnue si sta discutendo e ciò è bene. Non mancano però elementi un po’ confusi. Prendiamo la questione del parco minerario.

Che i parchi debbano finalmente uscire dal parastato è rivendicazione antica di Federparchi. Ma che c’entra con la questione del parco minerario che dovrebbe essere rappresentato nel parco dell’Arcipelago in un sistema di scatole cinesi? Se avranno cose da fare insieme lo concorderanno.

La composizione degli enti parco riguarda - per i parchi nazionali come per quelli regionali - le rappresentanze elettive o di determinati interessi; agricoltori, pescatori. Il resto è affidato alle normali intese tra soggetti istituzionali e amministrativi.

Anche sulla pianificazione all’Elba di cui si è occupato l’ex sindaco di Rio Elba Coluccia forse bisogna stare attenti a non mischiare troppe cose con qualche vistoso omissis.

Che la perimetrazione del parco presenti contraddizioni più che probabile è certo. Ma dopo le vicende barbettiane non credo proprio si debba partire o ripartire da lì. Il piano del parco dovrà tenerne conto e vedere come integrare al meglio aree interne ed esterne al parco a partire da quelle marine sulle quali una parola finalmente chiara deve dirla il ministero per evitare una separazione di inconfondibile stampo centralistico-burocratico a cui il nuovo governo deve mettere la parola fine.

Ma guai a ricominciare dai confini. Singolare però è anche il richiamo al ruolo della regione e dei comuni per dotare l’isola di uno strumento urbanistico serio che si integri con il piano del parco.

Manca in tutto l’articolo di Coluccia qualsiasi riferimento alla provincia. E’ già stata abrogata? Davvero all’Elba se ne può fare a meno?
Insomma bisogna stare attenti alle ‘dimenticanze’: la logica della ‘leale collaborazione’ è roba seria e non consente omissioni tanto vistose.

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