[29/08/2006] Parchi

Trovato Ddt nel pesce spada del Mediterraneo

SIENA. Quindici inquinanti chimici in ventinove campioni di pesce spada del Mar Tirreno (Nella foto di Michèle Dépraz). Tra queste anche il famigerato Ddt, nonostante il suo uso sia bandito da oltre un trentennio. La pessima notizia arriva da uno studio messo a punto dal Dipartimento di Scienze ambientali dell’Università di Siena in collaborazione con il Wwf, che ora confidano nel successo del regolamento europeo Reach - Registrazione, valutazione e autorizzazioni delle sostanze chimiche che sarà discussa in autunno – per poter mettere definitivamente out le sostanze chimiche pericolose.

I 15 tipi di inquinanti chimici trovati nei pesci spada appartengono ai gruppi dei pesticidi organoclorurati (DDT e HCB) e dei ritardanti di fiamma bromurati (19 tipi di PBDE). «Entrambi i gruppi – dice il Wwf - presentano proprietà di distruttori endocrini, provocano danni al sistema ormonale e alterano le funzioni neurologiche, comportamentali e riproduttive. In dettaglio, gli organoclorurati sono stati trovati in tutti gli esemplari di pesce spada, mentre i ritardanti di fiamma in tutti tranne uno».

«Il pesce spada, come grande predatore al vertice della catena alimentare, è un indicatore strategico del livello di contaminazione del Mediterraneo - spiega Eva Alessi, consulente scientifico del WWF Italia – Questa ricerca arriva dopo altre condotte sulle specie viventi nel Mediterraneo e non è azzardato dire che flora e fauna in questa regione sono sottoposte ormai ad uno stress chimico. Nel corso della Campagna Detox il WWF ha rilevato inquinanti in mammiferi e uccelli marini: cetacei, delfini, cormorani, pellicani, gabbiani. E’ evidente che l’attuale legislazione è del tutto insufficiente per tutelare l’eco-sistema Mediterraneo dai pericoli della chimica».

Silvano Focardi, rettore dell’Università di Siena e membro del comitato scientifico del WWF, che ha guidato la ricerca, aggiunge che «gli attuali programmi di monitoraggio riguardano inquinanti chimici di vecchia generazione e che ancora molto poco si sa degli effetti che quelli di nuova generazione possono avere sull’ambiente. Continua a sussistere una sconvolgente mancanza di dati sulla sicurezza delle sostanze attualmente in uso». Per questo il WWF ritiene prioritario il successo di Reach.

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