[29/08/2006] Parchi

Caccia: in Sicilia la prima diffida per la preapertura al 2 settembre

FIRENZE. La preapertura della è vicina, ma la prima diffida è già partita, indirizzata al governatore della Sicilia Totò Cuffaro. A depositarla sette associazioni ambientaliste e animaliste: Amici della Terra, Cai, Italia Nostra, Lav, Legambiente, Lipu e Wwf che chiedono di revocare il decreto sul calendario venatorio siciliano che, dicono le associazioni « anticipa l´apertura della caccia di oltre due settimane rispetto la data fissata dalle leggi statali, vincolanti anche per le regioni autonome».

La polemica riguarda l’interpretazione del decreto 251/2006 su caccia, deroghe e Zps e che, secondo gli ambientalisti siciliani all´articolo 3 «prevede in maniera tassativa sul territorio nazionale «per la stagione venatoria 2006/2007» il divieto «di esercitare l´attività venatoria in data antecedente alla terza domenica di settembre», invece il calendario siciliano, come quello toscano, autorizza la caccia fino dal sin dal 2 settembre alle specie coniglio selvatico, tortora, merlo, colombaccio e, dal 10 settembre, alla quaglia. In più, dicono le associazioni, «questo calendario, come tutti quelli degli scorsi anni, ha ricevuto pesanti critiche dall´Istituto nazionale fauna selvatica (Infs) di Bologna, che ha espresso considerazioni negative su diversi aspetti».

Quindi se in Sicilia i cacciatori imbracceranno i fucili prima del 17 settembre, si legge nella diffida, «a loro carico sarebbe contestabile il reato di cui all´articolo 30, della legge-quadro sulla caccia n. 157 del 1992´: caccia in periodo di divieto generale». Poi animalisti ed ambientalisti ricordano che «anche la Corte Costituzionale ha stabilito che ´´non spetta alle Regioni modificare il calendario venatorio ampliando la delimitazione temporale del prelievo´´; le Regioni ad autonomia speciale devono osservare i limiti temporali disposti dalla Legge 157 del 1992 in quanto ´´rivolti ad assicurare la sopravvivenza e la riproduzione delle specie cacciabili´´ mediante standard minimi di tutela della fauna di esclusiva competenza dello Stato».

Per Ennio Bonfanti, della Lav Sicilia «il calendario venatorio emanato dall´assessore regionale all´agricoltura è troppo permissivo ed in Sicilia i cacciatori sono troppi e troppo indisciplinati; troppa libertà di massacro alle doppiette, incontrollate e sempre meno rispettose delle leggi; caccia aperta anche contro specie rare ed in pericolo; limiti di carniere esagerati. Ogni cacciatore può abbattere giornalmente fino a 15 animali! – spiga Bonfanti - la vigilanza è praticamente assente e gli animali selvatici sono sempre meno». Tanto che le 7 associazioni ritengono il calendario venatorio, al di là delle preaperture, «assolutamente illegittimo per le numerose e gravi violazioni delle normative regionali, statali e comunitarie sulla tutela della fauna» e annunciano comunque azioni legali.

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