[30/08/2006] Acqua

Conferenza nazionale sul Po per salvare il grande fiume malato

ROMA. Parte "Operazione Po" di Legambiente, una discesa di 450 km. in 9 tappe per sensibilizzare le autorità rivierasche e denunciare gli abusi sul corso d’acqua più importante d´Italia. Legambiente ha diffuso un ‘decalogo’ di priorità per il futuro del fiume e i presidenti regionali di Legambiente Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna e Veneto hanno rinnovato la richiesta di una Conferenza nazionale sul Po ai presidenti diregione e ai ministri dell’ambiente, dell’Infrastrutture e delle politiche agricole.

«Il Po – si legge in una nota di Legambiente - continua ad essere gravemente malato. La siccità ha messo a nudo tutta la fragilità dell´ecosistema fluviale, causata dalle escavazioni in alveo e dell´eccesso di prelievi idrici per scopi irrigui.

Le escavazioni in alveo sono illegali, ma i "criminali fluviali" sono sempre all’opera: negli ultimi 50 anni l´alveo del fiume tra Lombardia, Emilia e Veneto ha subito un abbassamento superiore ai 4 metri. Ogni anno si stima vengano illegalmente prelevati quasi 7 milioni di metri cubi di inerti, mentre altri 2 milioni di metri cubi vengono sottratti al fiume dallo sbarramento della diga Enel di Isola Serafini tra Piacenza e Cremona».

Così il progressivo abbassamento dell´alveo mette a rischio ponti e argini, innesca l’erosione delle spiagge dell’Adriatico, non consente la risalita dell’acqua di mare nel delta, con un abbassamento della falda e la scomparsa di zone umide.

«Nella poca acqua rimasta ai fiumi – spiega Legambiente - la concentrazione di inquinanti è tale che, per lunghi tratti (25,8% del corso), il giudizio di qualità non raggiunge nemmeno la sufficienza, a causa delle carenze nei sistemi di depurazione degli scarichi civili e industriali. Inoltre persiste il problema degli scarichi di origine zootecnica che contribuiscono pesantemente all´eutrofizzazione dell´Adriatico».

(nella foto il Po all´altezza di Vercelli)

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