[30/08/2006] Energia

«I rigassificatori sfida alla maturità dell’ambientalismo»

ROMA. In attesa dell’inizio a Palazzo Chigi dei lavori della ‘cabina di regia’ su energia e ambiente, Francesco Ferrante, direttore di Legambiente, rimarca la posizione dell’associazione ambientalista: «Alcuni rigassificatori nel nostro Paese sono indispensabile per aumentare e diversificare le fonti di approvvigionamento del metano – dice Ferrante - Siamo contenti che il governo abbia deciso di fare finalmente chiarezza su questa necessità».

«Auspichiamo – continua Ferrante - che la cabina individui al più presto i luoghi adatti alla realizzazione degli impianti, per uscire immediatamente dall’incertezza». Per il direttore di Legambiente quella dei rigassificatori è «una sfida per tutto l’ambientalismo che dovrà ora dimostrare la propria maturità, orientando le risposte dei suoi gruppi locali anche laddove gli impianti dovranno essere realizzati».

E non mancano i suggerimenti alla cabina di regia e gli apprezzamenti per l’approccio del governo alla questione: «bisogna evitare localizzazioni evidentemente sbagliate, come il progetto di Brindisi – spiga Ferrante - o l’idea di realizzare due impianti a pochi chilometri di distanza l’uno dall’altro nell’area di Trieste. E bene ha fatto il governo a ricevere questa mattina il coordinamento delle associazioni contro il rigassificatore di Brindisi e a rimettere in discussione questo progetto pericoloso».

Per Legambiente il governo non deve rinunciare al suo ruolo decisionale di fronte alla liberalizzazione del settore del gas: «i progetti degli impianti che servono – conclude Ferrante - devono essere sottoposti a una seria valutazione d’impatto ambientale, oltre a essere funzionali alla chiusura di impianti a olio combustibile o a carbone. Inoltre, puntare sul gas come energia fossile di transizione ha senso solo nel quadro di una politica energetica nazionale fortemente innovativa, che incentivi lo sviluppo delle energie pulite e promuova il miglioramento dell’efficienza energetica, sia nella produzione che nel consumo, e che avvicini finalmente l’Italia agli obiettivi di Kyoto».

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