[31/08/2006] Rifiuti

Marcheschi (FI): la sindrome Nimby attraversa anche noi

FIRENZE. Prosegue il dibattito sull’inceneritore di Case Passerini e sulla proposta di referendum già accettata da tutti i partiti dell´opposizione oltre che dal sindaco di Campi Bisenzio. Stavolta abbiamo coinvolto nella discussione Paolo Marcheschi (Nella foto), consigliere regionale di Fi.

Marcheschi, ma che succede a Campi?
«E’ chiaro che un consigliere comunale cerchi di evitare di avere un termovalorizzatore in casa. E’ una sindrome Nimby che mi pare trasversale. Ma noi di Forza Italia in generale, rispetto ali altri, siamo favorevoli agli impianti e anche a quello di Case Passerini. O meglio, rispetto alle proposte fatte dalla giunta, la collocazione in quella che è già una zona industriale ci sembra la più consona. Mentre siamo contrari alla riattivazione dell’impianto di Testi perché è in mezzo ai vigneti del Chianti».

Quindi la discussione nel centrosinistra, accusato da voi di avere su questi temi posizioni troppo articolate, in realtà accade anche nel centrodestra.
«Noi però non condanniamo la localizzazione. E’ che capisco anche i problemi di un consigliere come Falsetti, che deve combattere su un territorio dove è all’opposizione, e che se dicesse di essere favorevole all’impianto assumerebbe una posizione difficile da sostenere di fronte alla gente. Da una visone regionale, però, ripeto che non condanno la collocazione dell’impianto di Case Passerini».

Ma questa è politica marketing, certo così si va poco lontano, come si fanno a prendere delle decisioni?
«La sindrome Nimby è trasversale. Io non è che sposo i termovalorizzatori, ma bisognerebbe che ci si facesse un’altra domanda. Se la Comunità Europea considera la discarica l’ultima ratio, significa che i termovalorizzatori sono almeno meglio delle discariche. Per noi quindi la questione è solo la localizzaione degli impianti che in questo caso, tra l’altro, non abbiamo scelto».

Ma un referendum a Campi, su un Piano Provinciale, per lei è utile?
«Il referendum è utile prima delle decisioni. Ora è del tutto strumentale. Ha solo una finalità politica, perché la decisione non la puoi cambiare. Una domanda così ‘sì o no all’inceneritore’, ha una scontata una risposta negativa. E questo accadrebbe in tutti i Comuni d’Italia. Poi va detto anche qualcos’altro».

Dica pure.
«La gestione dei rifiuti è tutta sbagliata. La politica della diminuzione della produzione rifiuti va anche bene in teoria, ma intanto non la fai con il porta a porta. Le famiglie sono cambiate, ci sono più case e uno stile di vita che fa aumentare continuamente i rifiuti. E di questo bisogna prenderne atto. L´ obiettivo della riduzione dei rifiuti del 15% è quindi irrangiungibile e se tu sbagli questo vuol dire che hai pianificato male tutta la gestione».

Centrodestra e centrosinistra (e, come abbiamo visto nell´articolo sopra, anche i comitati) discutono e si articolano. Niente di nuovo sotto il sole, certo, ma almeno greenreport ha illuminato tutto il panorama.

Torna all'archivio