[04/09/2006] Urbanistica

Infrastrutture, il gioco delle tre priorità

Una tre giorni ricca di iniziative per le infrastrutture per la mobilità in Toscana. A partire dall´incontro aretino di oggi, che vedrà la delegazione grossetana composta dal presidente della provincia Lio Scheggi e dal sindaco del capoluogo Emilio Bonifazi incontrare, insieme al sindaco di Arezzo Fanfani, il presidente Romano Prodi e i Ministri Chiti, Santagata e Bindi,al cosiddetto "summit della Giostra".
Il tema è verificare se esiste la garanzia della copertura economica dei 9 lotti mancanti, pari a 300 milioni di euro, per il completamento della Due Mari. Garanzia non certo scontata, dal momento che solo in termini di sicurezza anche il problema dell´Aurelia non è da meno, visto che secondo quanto dichiarato dagli agenti della polizia stradale risulta essere una delle strade più pericolose d´Italia.

Per questo domani a Capalbio verrà presentato il comitato Aurelia Sicura subito, promosso dal sindaco Lucia Biagi, a cui aderiscono altri tre comuni della maremma tosco-laziale, Manciano, Montalto di Castro e Cellere, le organizzazioni agricole Coldiretti e Cia, oltre alle associazioni ambientaliste Italia nostra, Wwf, Legambiente, Movimento Ecologista, e Comitato per la Bellezza da sempre impegnate per la messa in sicurezza del corridoio tirrenico anziché la realizzazione di un percorso autostradale tra Livorno e Civitavecchia.

Tema su cui anche sul lato nord del tracciato da tempo da battaglia il Comitato della Costa etrusca, composto da un nutrito numero di sigle tra associazioni ambientaliste e gruppi locali.

Il problema della scelta tra l´adeguamento del tracciato esistente dell´Aurelia, piuttosto che la realizzazione del corridoio autostradale, sembra ormai più spostarsi sul tema economico piuttosto che ambientale, data la crisi finanziaria in cui versa il nostro Paese.

Ma anche da questo punto di vista i sostenitori della necessità di "prendere al volo" le posizioni espresse da vari esponenti governativi sulla realizzazione dell´asse autostradale tirrenico, tra cui i presidenti delle province di Pisa e Livorno - Pieroni e Kutufà fermamente convinti della necessità di completare l´asse tra Palermo e l´Europa per assicurare propsettive di crescita economica, adducono la giustificazione che a conti fatti l´adeguamento dell´Aurelia sul tracciato esistente potrebbe costare di più allo Stato e quindi alle finanze pubbliche.

A detta della Sat infatti solo il 30% dei 2,9 miliardi di euro previsti per la realizzazione dell´autostrada tirrenica ricadrebbero sui bilanci pubblici, quindi circa 900 milioni di euro a fronte invece dei 2 miliardi necessari per la messa in sicurezza dell´Aurelia che a quel punto si dovrebbero accollare per intero le casse statali.

Ma a queste due infrastrutture nell´elenco delle priorità inviate al Governo dal presidente Martini si aggiunge anche il completamento della Tav, in particolare l´attraversamento sotterraneo di Firenze. Di queste tre opere discuterà la Regione a Firenze mercoledì 6 settembre, con il Ministro Di Pietro, che in più occasioni ha fatto capire che di soldi per tutti e tre i progetti non ce n´è, mentre La regione non cede. Forse alla fine -per dirla con le parole del Sottosegretario Letta- si dovrà individuare la priorità delle priorità.

Già ma quali saranno dunque i criteri per individuare la o le priorità in termini di infrastrutture per i trasporti in Toscana? Soltanto quelli dei cordoni della borsa?
Quelli della sicurezza? Quelli del consenso sul territorio?

A quanto pare tutti i criteri che si leggono tra le righe di questo dibattito, non sembrano - almeno non del tutto - essere quelli originati da una discussione su quali scenari siano necessari per garantire al contempo la richiesta di mobilità delle persone e delle merci sul territorio toscano e le scelte di sviluppo sostenibile che il governo di questa regione sostiene.

La Toscana - secondo i dati dell´Irpet - presenta infatti già adesso un numero di veicoli passeggeri per abitante tra i più levati del paese (l´indice di motorizzazione è pari a 0,84 contro 0,76 come media nazionale). Sempre l´Irpet su "Toscana 2020" sostiene che il sistema del trasporto merci è prevalentemente organizzato sul conto terzi da parte di piccoli operatori, di cui il 38% autotrasportatori, il 72% ditte individuali (i cosiddetti padroncini) e solo il 3% sono attività di spedizione che offrono servizi più avanzati e complessi. In pratica una offerta di servizi a bassissimo contenuto tecnologico. Il trasporto merci per via ferroviaria riguarda solo il 4% delle tonnellate di merci trasportate, e in prevalenza nella provincia di Livorno. E la scarsa attenzione che viene posta ai temi che riguardano l´intermodalità dei trasporti non potrà certo far ribaltare la flessione che si legge nei dati degli ultimi anni. Anche il settore del trasporto via mare, nonostante copra una quota significativa dei flussi di scambio che interessano la Regione (circa il 25%) e che veda un incremento interessante soprattutto per i porti di Livorno e Piombino, sconta in termini di sviluppo la mancanza di politiche di investimento.

Interessante allora evidenziare che sempre sul rapporto Irpet citato si legga che il pacchetto di interventi progettati, di cui fanno parte le tre infrastrutture oggetto della lista di priorità per la regione Toscana, «non apporterà miglioramenti risolutivi rispetto alla situazione attuale ma servirà solo a far fronte alle criticità emergenti nei prossimi anni».

Chissà se nell´appuntamento del 18 settembre a Pisa, quando letta parteciperà alla giunta programmtica in cui si discuterà il dossier Toscana, che riguarda questioni che vanno dai trasporti al rilancio delle politiche industriali e al sistema del welfare, si farà una riflessione anche su questi dati.

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