[04/09/2006] Parchi

Lipu: «sulle Zps scegliete tra regole certe da rispettare o divieti assoluti»

PARMA. Il primo settembre le associazioni venatorie (esclusa l’Arcicaccia) hanno protestato a Roma contro il decreto del governo sulle Zone di protezione speciale (Zps) che impedisce le preaperture della caccia in quelle aree, per la Lipu si tratta di «una protesta inspiegabile, che però ci fa capire che molti cacciatori italiani sono ancora restii ad accettare le regole».

Per Claudio Celada, direttore conservazione della natura della Lipu «il decreto legge contestato dai cacciatori ha la chiara finalità di dare soluzione ad una pesante procedura di infrazione avviata contro l’Italia dalla Commissione Europea, ormai spazientita dalle gravi e reiterate violazioni commesse dal nostro Paese in tema di tutela della natura».

«L’Europa – spiega Celada - ha contestato all’Italia soprattutto due temi: la disastrosa applicazione del regime delle deroghe di caccia alle specie protette, definito dalla Commissione un semplice escamotage per consentire più caccia, e una serie di gravi mancanze sulla tutela degli uccelli tra le quali i ritardi sul completamento e il funzionamento della Rete Natura 2000. Ora, è precisamente a tali problemi che il decreto dà risposta, migliorando la normativa sulle deroghe in base alle indicazioni europee».

Il decreto contiene infatti alcune prime misure sulle Zps richieste dall’UE. «Dunque – dice l’esponente Lipu - non c’è niente di più ovvio e normale di quanto fatto con il Decreto dal Governo italiano: muovere un primo passo, elementare ed inevitabile, verso l’adeguamento del nostro Paese alle normative europee ed internazionali, dalle quali sin troppo a lungo è stato ai margini se non addirittura fuori».

E l’associazione ambientalista ricorda ai cacciatori cosa accadrebbe se il decreto non venisse convertito, come loro chiedono: «una multa pesantissima contro l’Italia, consistente in oltre 10 milioni di euro di sanzione ordinaria più il blocco dei fondi per lo sviluppo rurale. Una multa causata dalle violazioni e dai privilegi indebiti di una piccola categoria di italiani, i cacciatori, che però graverebbe su tutti i cittadini e in particolare sugli agricoltori».

«E in secondo luogo, che nel caso il Decreto dovesse decadere, dal giorno seguente le Zps sarebbero chiuse totalmente alla caccia e quindi le Regioni dovrebbero rivedere completamente calendari, regolamenti, Atc e così via e si ripiomberebbe nel caos. Lo hanno spiegato questo, le associazioni venatorie, ai loro associati?» I cacciatori si troverebbero quindi a dover scegliere tra regole certe da rispettare o divieti assoluti nelle Zps. «Altri scenari non sono più possibili» conclude Celada. Intanto i presidenti della Lip e del Wwf hanno scritto a Prodi, esprimendo «la più viva preoccupazione, pur nel totale rispetto della democratica espressione di chiunque, per la deriva che l’infondata protesta dei cacciatori rischia di provocare». Pratesi e Tallone ricordando anche che il decreto è «il primo e pur minimo passo per dare finalmente all’Italia le caratteristiche di un Paese che rispetta pienamente le regole anche nel delicatissimo campo della tutela della natura».

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