[05/09/2006] Energia

L´Anev chiede all´Ue più attenzione all´eolico

ROMA. C’è ancora molto cammino da fare sul fronte delle rinnovabili. Almeno in una parte dell’Europa. Lo si evince ancora una volta incrociando le notizie che arrivano dai mezzi di informazione. In questo caso vogliamo fare una riflessione partendo dalla richiesta dell’Anev (Associazione nazionale energia del vento) di un coordinamento europeo sull’eolico. Che, sempre secondo l’Anev, deve essere preceduto da un’azione unitaria a livello nazionale.

L’associazione, per bocca del suo presidente Oreste Vigorito, guarda in particolar modo al traguardo europeo del 2030, ovvero 23% di produzione elettrica ottenuta attraverso il vento. Un traguardo che ritiene possibile, a patto che «le risorse umane più tradizionaliste», non «si nascondano nel labirinto della politica e nel linguaggio politichese per rallentare lo sviluppo eolico, non comprendendo il danno arrecato alle economie anche in termini ambientali da tale atteggiamento ostativo».

Ed è qui che c’è molto da lavorare. Perché nell’Ue accade quasi in contemporanea che il Parlamento debba rimettere in calendario una misura per indirizzare risorse – si parla di 226 milioni di euro - sulle energie verdi. Questo a causa del fatto che la Commissione europea e il Consiglio europeo stanno mostrando scarso interesse per il rafforzamento del settore, come si è visto durante l’ultimo Consiglio competitività che sulle rinnovabili non ha preso alcuna posizione.

Stupisce e deve far riflettere tutti, quindi, ciò che sta accadendo in Spagna. La Penisola iberica, infatti, secondo uno studio commissionato da Greenpeace, potrà essere autosufficiente dal punto di vista energetico entro il 2050, sfruttando proprio le energie verdi.

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