[05/09/2006] Parchi

Dall´inurbazione umana a quella animale: le città come zoo

LIVORNO. A quanto pare l´inurbazione non è solo un fenomeno umano, molte specie animali scelgono le nostre città, anche le metropoli, per vivere, riprodursi, cacciare ed essere cacciati.Il fenomeno più eclatante è certamente quello degli storni che oscurano il cielo di Roma e Milano per trovare viali alberati e al calduccio dell´energivore vie cittadine.

Ma accanto ai chiassosi uccelli proliferano piccioni e gabbiani che occupano tetti e cornicioni, corvidi opportunisti, uccelli rapaci attirati da prede abbondanti, ma anche mammiferi come le volpi che trovano succulenti banchetti imbanditi in cassonetti e bidoni e gli onnipresenti ratti che ormai superano in numero la popolazione umana di alcune città.

Una forma di commensalismo con l´uomo nuova, che non prevede la domesticazione e lo scambio ed a volte nemmeno il contatto, gli animali rimangono selvatici, elusivi, sfuggenti ma scaltriti dalla confidenza con le attività, il traffico, il calore emanato dalle attività della città in movimento.

Si creano nuove nicchie ecologiche, nuovi rapporti di predazione, una nuova catena alimentare che parte dall´utilizzo degli scarti del consumismo e di cui la proliferazione dei gabbiani reali, grazie alle discariche di rifiuti, è l´esempio che viene prima in mente.

Un ambiente innaturale, artificiale, che crea nuovi comportamenti negli animali e forse nuove forme di selezione, ma che si trasferisce anche sul confinante territorio non urbanizzato: spesso la crescita numerica esponenziale di specie più grandi ed aggressive si ripercuote su altre più delicate e selettive nella loro dieta, è nuovamente il caso del gabbiano reale che è diventato il maggior pericolo per altri uccelli marini rari come il gabbiano corso dal becco rosso.

Le città creano scompensi e nuovi equilibri, offrono rifugi e calore e sicurezza dai pericoli della caccia esercitata dall´uomo. Una specie di rovesciamento della concezione giudaico-cristiana della natura al servizio dell´uomo: gli animali stanno servendosi di noi per prosperare in un ambiente che pensavamo ostile, vincono paure e diffidenze, si adattano ai nostri ritmini, mutano la loro selvaticità.

Ma gli animali non sempre sono ben graditi, questa vicinanza crea problemi e allora si tenta di sfrattare gli storni con richiami registrati di rapaci, si reclutano falchi pellegrini contro i piccioni che imbrattano vie e monumenti, si spande becchime antifecondativo e si recintano campi ed orti di periferia o di paese per tener fuori cinghiali ed altri ungulati.

Nel tentativo di dare un equilibrio allo squilibrio e divisi tra l´amore, il fastidio e la paura per questi nostri nuovi inquilini che non pagano affitto e non rispettano le leggi del nostro gigantesco condominio, vogliono soltanto stabilire una legge naturale dove la natura è stata invasa dalla città che avanza ed attrae, gli uomini come gli animali.
Bisognerà abituarci a questo zoo cittadino, la convivenza che pensavamo impossibile è ormai necessaria e potrebbe anche farci bene vedere ogni tanto un animale che ci ricorda che la vita non è soltanto traffico e cemento, ma anche un guizzo e un volo.

Torna all'archivio