[12/09/2006] Urbanistica

Rutelli: no a riproporre il silenzio assenso per i beni culturali

ROMA. E´ stato il professor Salvatore Settis a denunciare sulle pagine di Repubblica l´intenzione del ministro della funzione pubblica Nicolais
di reintrodurre la norma del silenzio assenso per quanto riguarda interventi e progetti che riguardano i beni culturali, una proposta già avanzata da centrodestra e contro la quale si scagliarono ambientalisti, studiosi e soprintendenti.

Le reazioni non sono mancate, ad iniziare dal presidente nazionale di Legambiente: «La generalizzazione del meccanismo del silenzio assenso - ha detto Roberto Della Seta - espone il nostro Paese a nuovi scempi ambientali. In attesa di conoscere i dettagli del provvedimento si può già dire che sembra muoversi con la medesima logica che ha portato il governo precedente a varare il condono edilizio e ad aprire la strada alla alienazione dei beni di proprietà dello Stato, delle regioni, dei comuni. Ci auguriamo vivamente che l´esecutivo rispedisca al mittente questo disegno di legge altrimenti si potrebbe aprire un?altra pagina nera a danno del territorio e degli interessi generali degli italiani».

Per Ermete Realacci, presidente della commissione ambiente della Camera, «è intollerabile che il centro-sinistra possa anche solo immaginare di proporre delle leggi inaccettabili e anticostituzionali, contro le quali, nella precedente legislatura, come opposizione furono alzate sacrosante barricate. Sono certo che il ministro Nicolais avrà la volontà e il modo di correggere il suo disegno di legge, che in ogni caso, così come formulato oggi troverà difficilmente il consenso del Parlamento e della maggioranza che lo rappresenta».

Pronta la risposta del ministro Francesco Rutelli che con una nota del ministero per i beni e le attività cuturali, condivide gli argomenti del professor Salvatore Settis, ma afferma che «paiono premature le sue preoccupazioni a proposito della bozza di un disegno di legge diramato dal ministro per l innovazione nella pubblica amministrazione concernente la semplificazione delle procedure amministrative».

Il capo dell´ufficio legislativo del MiBac ricorda che il testo sotto accusa «non è stato neppure esaminato nel pre-Consiglio dei Ministri» e che comunque il ministero di Rutelli ha già inviato una nota con la posizione contraria «chiarendo che, anche alla luce della consolidata giurisprudenza della Corte Costituzionale, la tutela dell´interesse culturale ha come regola l´intangibilità del bene, mentre la deroga degli interventi di modifica è consentita solo attraverso un preventivo consenso degli organi di tutela».

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