[20/09/2006] Parchi

Pineta di Alberese, una cimice manda in tilt anche la soft economy

ALBERESE (Grosseto). Dopo l’erosione costiera, che con il suo avanzare a ritmi galoppanti ha prima distrutto la duna e poi cominciato a mangiarsi la pineta, adesso a minacciare la storica pineta di Alberese piantata dai Lorena è arrivata anche una cimice dagli Usa, un insetto (il leptoglossus occidentalis) che provoca danni alle conifere cibandosi di pine e germogli.

Ma l’avanzata di questa cimice americana rappresenta un rischio per tutta la pineta litoranea che si estende per decine di chilometri, da Alberese sino a Follonica. Pineta che oltre all’elevato valore ambientale e di paesaggio, rappresenta anche una ricchezza per quella cosiddetta soft-economy che dà vita a una filiera che a partire dalla raccolta delle pigne e dei pinoli arriva all’industria dolciaria e alimenta anche il settore florovivaistico con le scorze delle pigne.

Il problema della cimice americana che sta attaccando la pineta è stato non a caso sollevato dal titolare di una azienda maremmana- la Lavorazione pinoli Snc di Grosseto - che da anni opera nel settore. Ma in realtà il problema della sofferenza della pineta era già noto, tanto che enti locali e atenei, tra cui Pisa e Firenze, studiano da tempo gli effetti della cimice sulle pinete del litorale toscano.
Studi a cui collabora fattivamente anche l’Arsia, il Parco della Maremma e quello di San Rossore.

Ma oltre alla minaccia della cimice, sono altre le problematiche che determinano la sofferenza delle duemila piante della pineta litoranea di Leopoldo, all’interno del Parco della Maremma e quelle che da Principina vanno fino a Follonica e che riguardano l’avanzamento del cono salino per l’eccessivo emungimento di acqua dolce per l’irrigazione. Problemi già emersi da anni ma a cui però non è stata data alcuna risposta.

(nella foto aerea la pineta litoranea all´altezza di Marina di Grosseto)

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