[21/09/2006] Consumo

Wwf: pranzo e cena al sapor di chimica

ROMA. «Neanche la dieta più salutare ci mette al riparo dagli inquinanti chimici tossici». Michele Candotti, segretario generale del Wwf Italia, commenta così in modo drastico i risultati del nuovo dossier dell’associazione ambientalista dal titolo “La catena della contaminazione globale: il ruolo dell’alimentazione”. Questo infatti rivela che la principale via di esposizione alla maggior parte delle sostanze chimiche, in particolare quelle persistenti e bioaccumulabili (come il Ddt e i Pcb banditi da decenni) è l’alimentazione.

«Per questo – ha aggiunto Candotti - noi crediamo che le sostanze chimiche debbano essere sottoposte ad una normativa più efficace. Siamo alla vigilia del voto su Reach, lo strumento dell’Ue per la regolamentazione delle sostanze chimiche, e chiediamo ai parlamentari europei che siano bandite le sostanze più pericolose e applicato il principio di sostituzione, siano fissati requisiti severi per i produttori al fine di garantire trasparenza di informazione su tali sostanze. E’ necessario, inoltre, che il consumatore sappia quali sostanze sono presenti nei prodotti di uso quotidiano».

Il Wwf mette in luce l’aspetto che oramai le «sostanze chimiche di sintesi costituiscono parte integrante dello stile di vita moderno». Spiegando poi che «La ‘catena di contaminazione’ è un percorso complesso che i composti chimici compiono intorno al mondo dai produttori ai prodotti di consumo, alla fauna selvatica fino agli esseri umani».

Nel dossier sono stati analizzati 27 campioni di alimenti, provenienti da Gran Bretagna, Polonia, Svezia, Italia, Spagna, Grecia e Finlandia, appartenenti a categorie molto diverse l’una dall’altra e di largo consumo: latte, burro e formaggio; salsicce, petti di pollo, salame, bacon; salmone, tonno, aringhe; pane, olio d’oliva, miele, succo d’arancia.

La cosa inquietante è che, dalle analisi fatte, risulta che «nessuno dei prodotti – tutti comprati in supermercati e di marche comuni - è esente da tracce di sostanze chimiche, al contrario in tutti sono stati rinvenuti, in varia misura e secondo miscele differenti, i 119 composti tossici appartenenti agli 8 gruppi di sostanze presi in esame».

Ad esempio sono stati rintracciati inquinanti vecchi e nuovi, come ftalati nell’olio d’oliva, nei formaggi e nella carne, pesticidi organoclorurati, come il Ddt, nel pesce, nel burro, nella carne di renna, muschi artificiali e organostannici nel pesce, ritardanti di fiamma ancora nella carne e nel pesce.

In parallelo, con la collaborazione del prof. Focardi, dell’Università di Siena sono state effettuati test su campioni di lasagna, acquistate nei supermercati di 4 città italiane e sono stati rintracciati più di 40 pesticidi, tra cui il Ddt.

Quello che deve essere messo in evidenza, e lo fa anche il Wwf, è che i livelli di contaminanti rilevati non sono in grado di causare conseguenze dirette o immediate sulla salute – i consumatori, scrivono, non devono allarmarsi o evitare questi cibi – ma va valutato il fatto che nessuno studio viene fatto sull’effetto cocktail dei contaminanti. L´esposizione cronica soprattutto nel feto in via di sviluppo, nei neonati e nei bambini. E non solo il mix di questi alimenti, ma anche il cocktail con le medicine ad esempio che si prendono, l’aria che si respira, l’acqua che si beve.

Infine il Wwf fa sapere che, per sensibilizzare i politici di Bruxelles sulle sostanze chimiche pericolose alla vigilia del voto di Reach, ha prodotto uno spot shock che sarà trasmesso su Euronews ed è scaricabile sul sito del Panda. «La scena – spiegano - si apre con degli attori speciali, sono infatti membri del Parlamento europeo in carne ed ossa: Guido Sacconi (Italia, Pse) relatore del provvedimento, Péter Olajos (Ungheria, Ppe), Chris Davies (UK, Adle) et Riita Myller (Finlandia, Pse), riuniti in una seduta di outing in cui dichiarano di essere stati contaminati da quei veleni che Reach dovrebbe bandire».

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