[30/01/2006] Trasporti

Anche l´idrogeno inquina... in buona fede

LIVORNO. Sempre più spesso sui giornali o nelle istituzioni si sentono proposte o addirittura si procede ad interventi che, pensati in buona fede come strumenti di protezione dell’ambiente, spesso non realizzano le speranze che suscitano e rischiano di portare a risultati opposti.

Chi propone l’energia eolica si troverà sempre di fronte qualcuno che con aria saputa ed accusatoria dirà «invece delle pale perché non si utilizza l’idrogeno?».
Perché è vero, l’idrogeno può bruciare, scoppiare ed anche riprodurre direttamente energia elettrica producendo come scarto solo normale ed inoffensiva acqua.
Ma anche qui c’è il trucco. Andiamo a vedere.

Anche l’idrogeno non esiste, in natura, in forme utilizzabili. Quel diavolo di atomino si combina con tutto e pur essendo la sostanza più presente nell’universo, è difficile vederlo, un po´ come i polpi nelle buche. Acqua, idrocarburi, sostanze organiche, tutto contiene idrogeno, ma per tirarlo fuori occorre altra energia.

Circa il 93% dell’idrogeno puro che si trova sul mercato deriva da un processo chimico che si chiama “reforming” e che parte da un idrocarburo (di solito metano, ma anche carbone, petrolio ecc.). La molecola di partenza contiene idrogeno insieme ad ossigeno, carbonio e talvolta altri composti e il processo consiste nel separare l’idrogeno dalle altre sostanze e quindi immagazzinarlo.

Le altre sostanze, rimaste senza il loro amico idrogeno, vengono disperse nell’atmosfera e qui mi nasce il problema, perché lo scarto è ad altissima componente di CO2.

Ecco riappare quella disgrazia di CO2 che da luogo all’effetto serra e a tutti i guai che ne derivano. I calcoli sul rendimento delle auto ad idrogeno derivante da idrocarburi per le auto è piuttosto complesso anche perché si può usare l’idrogeno sia nei motori a scoppio sia con fuel cell che producono direttamente energia elettrica. Complessivamente anche in questo caso si può dire che, ben che vada, non si abbassa assolutamente l’inquinamento da CO e CO2 nell’atmosfera.

In altre parole se le auto fossero direttamente alimentate per esempio a metano ne consumerebbero una quantità per chilometro percorso pari a quello occorrente per produrre idrogeno sufficiente alla stessa percorrenza.

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