[28/09/2006] Trasporti

W le tasse! Se equilibrate (socialmente) e finalizzate (ambientalmente)

FIRENZE. La parola “tasse” evoca in maniera generalizzata un rifiuto spontaneo. Da sempre nella storia – almeno recente - nessun politico, nessun amministratore, nessun governo vuole essere ricordato per aver posto delle nuove tasse. Addirittura in campagna elettorale l’intenzione attribuita all’avversario politico, di voler aumentare le tasse, diviene l’accusa più utilizzata in genere da entrambe le parti.

E’ evidente che l’aumento delle tasse non fa piacere a nessuno ed è corretto interrogarsi, quando si pensa di istituire una nuova tassa, sulle conseguenze che potrà avere in termini di giustizia sociale e sulle modalità di progressione che possono essere utilizzate, per mitigare anche questi effetti.

E’ altrettanto evidente che questo tema è ancora più importante, quando si pensa di introdurre delle tasse di natura ambientale, le cosiddette ecotasse.

C’è da dire che nel nostro Paese non vi è molta esperienza in tal senso: sarà anche per questo che quando si prova ad introdurre la leva fiscale su comparti che hanno a che vedere con l’ambiente, piovono critiche da ogni parte.

Le critiche infatti ci sono sia se queste ecotasse sono finalizzate a mitigare problemi di natura ambientale, come è il caso degli interventi annunciati dal ministro Pecoraro Scanio sia sul settore dei trasporti che quello dell’edilizia, riconoscendo che non è solo il settore dell’industria a produrre emissioni e che quindi bisogna agire da più parti nella assegnazione delle quote.

Pertanto si prevede di inserire in finanziaria una leva fiscale che punta a penalizzare le automobili che hanno maggiori emissioni in termini di CO2 e a incentivare invece con sgravi fiscali sino al 60% gli interventi volti al risparmio energetico in edilizia.

E proprio l’annuncio di una tassa di circolazione sulle emissione dei veicoli ha suscitato un pesante attacco da parte di Giampiero Di Santo, di Italia Oggi, che titola un suo articolo in “la patata lessa di Alfonso”, alludendo alla battuta di una gag televisiva.

Secondo il giornalista queste tasse già sarebbero previste e quindi solo un ulteriore balzello.

E sempre per un problema di tasse ambientali è in corso una polemica, che va avanti ormai da giorni, da parte dei sindacati toscani nei confronti del governatore Martini per l’annuncio di elevare le tasse sia sul bollo auto (+10) che sulla benzina (+2,58 centesimi al litro).

Il motivo della forte opposizione dei sindacati nei confronti di questa iniziativa del governo regionale è perché «farebbe pagare tutto a cittadini e lavoratori e niente a imprese che investono in rendita immobiliare e finanziaria e poi chiedono soldi».

E’ evidente che per quanto riguarda l’aumento della benzina questo colpirebbe intanto solo una parte degli automobilisti, lasciando fuori tutti quelli che hanno l’automobile alimentata con altro carburante. E che l’aumento in generale inciderebbe più su chi è costretto ad usare l’auto, che quindi la usa per necessità e non per scelta. Quindi senza dubbio si pone un problema di giustizia sociale da tenere in conto, da cui ne consegue la necessità di ottemperare ad una calibrazione fatta anche in base alla gerarchia sociale quando si sceglie di utilizzare le leve fiscali.

Ma bisognerebbe anche introdurre un altro elemento di caratterizzazione: un obiettivo concreto di mitigazione di un impatto che l’oggetto che viene sottoposto a tassa ha contribuito a generare.

Questo è l’elemento di merito che va riconosciuto a Pecoraro Scanio ed è invece quello che è stato ignorato da Martini.

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