[02/10/2006] Recensioni

La Recensione - Pianeta rifiuti, a cura di Lucia Venturi

Pianeta rifiuti è una raccolta di interventi di autori vari che, prendendo come anno zero l’entrata in vigore nel nostro paese del decreto Ronchi, prova a fare un bilancio di quanto l’innovazione che questo nuovo assetto di regole è stata recepita e attuata.

Il Dlgs 22 del 1997 viene preso come punto di partenza dato che fino ad allora si può dire che in Italia la gestione dei rifiuti aveva come riferimento il concetto di “alienazione”, in quanto rappresentata da un sistema che raccoglieva e metteva in discarica.

Niente di più lontano da un sistema industriale già in atto nei paesi dell’allora cosiddetta “area del marco”, che avevano colto molto prima di noi che i rifiuti sono sì un problema sociale, ambientale e culturale, ma sostanzialmente sono un problema economico e che come tale va affrontato. Possibilmente quindi con una logica industriale.

Il libro è uscito a fine 2005, nel pieno della revisione della quasi totalità delle norme in materia ambientale, con l’intenzione annunciata dal Ministro Matteoli (a capo del dicastero dell’ambiente del governo Berlusconi) di “mandare in soffitta il Decreto Ronchi”.

Revisione in gran parte riuscita, con l’approvazione a legislatura terminata del nuovo codice ambientale e che è adesso soggetta ad essere nuovamente rivisitata per l’avvicendarsi di un nuovo governo (quello presieduto da Prodi) e di un nuovo ministro dell’ambiente (Pecoraro Scanio).

Pianeta rifiuti si articola in cinque capitoli, che partono dalla situazione in atto fotografando un paese a due velocità, con una testa – le regioni del centro nord - che ha intrapreso il cammino della gestione modello europeo e dei piedi di argilla- le regioni del sud- che stentano a uscire fuori dal guado.

Cominciando già da subito a delineare però i percorsi virtuosi che dal nord riescono a contaminare anche il sud e, viceversa , le pastoie dell’illegalità che da sud emigrano riuscendo a diramarsi in tutto il resto del Paese.

Procede poi in una parte centrale in cui si vuole mettere in evidenza il fermento, le attività, il lavorio che ha caratterizzato questi anni: sia da parte dell’impresa, che nonostante le reticenze iniziali, dimostra di aver capito la direzione da prendere; sia da parte delle amministrazioni che fanno a gara per poter presentare migliori risultati ad ogni edizione di Comuni Ricicloni.

C’è poi la presentazione attraverso le molteplici azioni dell’attività svolta da Legambiente, che attraverso tutti i canali tipici di una associazione ambientalista quali le campagne di volontariato e di sensibilizzazione, ma anche atipici come la commistione con aziende e comuni per dare vita ad una struttura di servizio come Ecosportello, ha avuto un ruolo spesso anche “scomodo” per il resto del mondo ambientalista.

Si parla poi inevitabilmente di Ecomafie, cercando non solo di presentare la realtà, non sempre conosciuta, che vivono i territori e le popolazioni dove il cancro è cresciuto, ma anche le metastasi che esso ha prodotto e i motivi per i quali tutto il fenomeno si è potuto alimentare. Compresa la Toscana felix, dove troppo stesso alle buone norme non è poi seguito il buon governo, o addirittura il governo non si è agito.

Quale sarà il futuro? Rifiuti zero o l’aldilà dei rifiuti?
Naturalmente gli autori non hanno l’intento velleitario di dare una risposta, ma cercano di indicare degli scenari possibili, che vanno dalla responsabilizzazione e dalla consapevolezza del problema, alla ricerca di strade che tengano in conto il limite delle nostre risorse e del nostro pianeta.
Perché come si dice nella premessa: “sulla capacità o meno di risolvere questa questione, si misura la qualità della vita di un paese, il suo modo di consumare e di produrre, insomma la sua capacità di costruirsi un futuro”.

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