[11/10/2006] Acqua

Per l’Unep l’urbanizzazione mette a rischio il mare

ROMA. Secondo un recente rapporto del Programma delle Nazioni unite per l’ambiente (Unep) l’urbanizzazione delle coste è troppo rapida ed i mari si stanno trasformando in discarica. Per l’Unep «l’80% dell’inquinamento dei mari proviene dalla terra e questo fenomeno rischia di aumentare ulteriormente da qui al 2050». Ormai il 40 per cento della popolazione del Pianeta vive a ridosso delle coste, con una densità di abitanti per kmq che, nel 1990, era di 77 persone e che si stima dovrebbero diventare 115 nel 2025.

La maggiore fonte di inquinamento proviene dagli scarichi urbani, mentre è in forte diminuzione l’inquinamento da idrocarburi , addirittura con un meno 90% secondo l’agenzia dell’Onu, un progresso accentuatosi dopo la messa al bando, nei paesi più industrializzati, delle carrette del mari. In diminuzione anche pesticidi, prodotti chimici e sostanze radioattive. Migliora la condizione di un grande malato, il mar Baltico e progressi manifesta l’Atlantico del nord-est. Preoccupante la situazione del più grande lago salato, il Mar Caspio, dove ogni anno sono sversate 17 tonnellate di mercurio e di cadmio, ed il sud-est Pacifico, dove si affacciano le nuove tigri asiatiche con il loro sviluppo caotico e poco attento all’ambiente.

Ma l’attività umana «provoca un rapido deterioramento dell’ecosistema marino a causa della pressione demografica per l’80% legata ad attività terrestri”, provocando un forte pericolo per la sopravvivenza di uno dei più estesi e complessi ecosistemi del mondo: la barriera corallina, e con gravi rischi per un’attività economica essenziale come quella della pesca. Ma anche le grandi opere, come le gigantesche dighe in via di realizzazione in paesi come Cina ed India e nel bacino del Mediterraneo, mettono a rischi interi sistemi fluviali, fino agli estuari, con il problema della sedimentazione.

Di questo allarmante dossier dell’Onu e dei rimedi da mettere in campo se ne discuterà a Pechino dal 16 al 20 ottobre, nel corso della conferenza del Programma mondiale d’azione, alla quale parteciperanno 50 Paesi.

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