[12/10/2006] Rifiuti

Montanari: Qualsiasi combustione è inquinante!

C´era una volta la vecchia barzeletta di un tale che andava al bar e chiedeva una brioche ed un cappuccino. Il barista rispondeva di avere il cappuccino, ma non la brioche. Al che, l´avventore chiedeva un tè e una brioche. "Ho il tè, ma non la brioche," riprendeva il barista. "Allora, mi dia una cioccolata in tazza e una brioche". E la storiella andava avanti all´infinito.

Bene, con questa storia degl´inceneritori in maschera su cui credo di esseremi espresso fino all´esaurimento delle forze siamo nelle condizioni della barzelletta.
Per quanto la cosa non faccia piacere, bruciare è un´operazione inquinante in sé e, dunque, temo non sia sufficiente cambiare un nome o una ricetta. E´ il fuoco che non va bene.

Del resto, se qualcuno ha voglia di vedere come funziona il nostro pianeta, vedrà che la Natura non usa mai bruciare per produrre energia. Quando noi diciamo, ad esempio, che bruciamo i grassi o gli zuccheri, cadiamo in un errore concettuale: noi usiamo l´energia che grassi e zuccheri contengono nei loro legami chimici, e di combustione non se ne trova traccia. E tutta la Terra funziona più o meno allo stesso modo.
Ora, una centrale a biomasse che lavori a combustibile vegetale valutata senza tener conto d´altro, produce CO2, cioè anidride carbonica, all´incirca quanta ne produrrebbero naturalmente il legno o, comunque, le piante che questo brucia.

Il problema è che la temperatura fa spedire per forza in atmosfera anche sostanze inorganiche contenute nel vegetale, e lo fa sotto forma di micro e nanopolveri. Poi ci sono particolati secondari che si formano anche relativamente lontano dal camino. Poi, ancora, ci sono da mettere in conto fitofarmaci (pesticidi) e concimi (spesso chimici) usati per coltivare le piante da usare. E, in aggiunta, il viavai di macchine agricole e camion (che usano carburanti fossili) per il trasporto del materiale da bruciare va considerato con attenzione.
Personalmente ritengo che una centrale a biomasse potrebbe essere giustificata solo se le biomasse in questione provenissero da un territorio che si estende per un raggio brevissimo dalla centrale, cosa che, di norma, non avviene.

Così, dovendo usare vegetali in una quantità di gran lunga superiore a quella disponibile in loco, far passare le biomasse vegetali per una fonte energetica rinnovabile è a dir poco inesatto. Rinnovabile significa: tanto tolgo e tanto riimmetto nella stessa forma. Ma questo è tutt´altro che il caso. La deforestazione delle nostre montagne o del Mato Grosso non sono che due esempi di non rinnovabilità.

Altro problema che si porrà, anche se viene sempre negato nelle intenzioni, è quello di usare l´impianto per bruciare normali rifiuti, magari con tanta plastica, vista la sua capacità di produrre calore.

Chi negherà mai l´autorizzazione a fare questa operazione? Noi italiani siamo maestri in queste manovre più o meno clandestine. So di essere facile profeta quando dico che entro breve tempo dall´eventuale messa in funzione dell´impianto ci si accorgerà che non c´è più in pezzo di legno da bruciare e allora, che fare se non ricorrere ai soliti, vecchi, cari rifiuti così coccolati dai nostri uomini politici?

*è direttore scientifico del Laboratorio Nanodiagnostics di Modena

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