[01/02/2006] Elettrosmog

Nuove antenne dei cellulari solo se c’è il “piano complessivo delle installazioni”

LIVORNO. Significativo pronunciamento del Tar dell’Emilia Romagna sul tema delle concessione per nuove antenne di telefonia cellulare. Il Tar infatti ha dato ragione al Comune di Parma opposto a Vodafone stabilendo che sono «sono legittime le disposizioni comunali che subordinano la installazione degli impianti di telefonia mobile alla previa approvazione da parte dell’amministrazione locale di un “piano complessivo delle installazioni”, predisposto sulla base delle proposte dei gestori. Tale strumento pianificatorio contempera infatti l’esigenza di copertura del servizio sul territorio comunale con quella di un corretto insediamento degli impianti – per lo più di rilevante impatto urbanistico-ambientale – oltre che con l’esigenza di minimizzare l’esposizione ai campi elettromagnetici, assicurando al contempo ai gestori uniformità di trattamento in sede di vaglio congiunto delle relative richieste».

«Questa sentenza costituisce sicuramente un elemento di novità – commenta l’assessore all’ambiente di Livorno Marco Filippi – perché la legge Gasparri aveva di fatto annullato qualsiasi potere dei Comuni, visto che previa approvazione da parte della Sovrintendenza e dell’Arpat, sulla base di valori ben più alti di quelli precedenti, si può innalzare qualsiasi antenna senza che il Comune possa far niente. Alla luce di questa nuova sentenza i nostri uffici legali si occuperanno di vedere quali sono i margini operativi reali».

«Mi pare una cosa assolutamente giusta - dice l’assessore all’ambiente di Piombino Luciano Francardi – e noi lo stiamo già facendo: se un operatore viene da noi a chiedere di installare un’antenna noi gli diciamo di aspettare il nostro regolamento che stiamo predisponendo». Il Comune di Piombino ha infatti incaricato l’Arpat di fare un nuovo rilevamento dell’inquinamento elettromagnetico in città, proprio per mettere a punto il nuovo regolamento. «L’ultimo risaliva al 2002 – dice l’assessore Francardi – ed è quindi assolutamente necessario mappare la situazione, perché questo tipo di inquinamento non deriva solo dalle installazione dei cellulari, ma anche per esempio dagli elettrodotti».

Una sentenza guardata con interesse anche dal direttore di Arpat Livorno Fabrizio Righini. «In effetti questa sentenza potrebbe dare un po’ più di potere ai comuni – dice Righini – anche perché il decreto Gasparri va in deroga ai regolamenti degli enti locali, che di fatto oggi hanno pochissime possibilità di opporsi all’installazione di un nuovo impianto. Noi di Arpat siamo infatti chiamati a elaborare una valutazione previsionale, passato questo scoglio gli operatori di telefonia hanno quasi carta bianca».

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