[01/02/2006] Comunicati

Al via il congresso della Cgil, l´ambiente è protagonista

FIRENZE. Inizia il congresso regionale della Cgil Toscana e l’ambiente è protagonista. Con un documento firmato da «Ambiente e lavoro» e da Legambiente, che sarà presentato, nelle sue linee fondamentali, dal presidente nazionale di Ambiente e lavoro Marcello Buiatti. A Renato Cecchi, per lunghi anni presidente di Ambiente e lavoro Toscana e ancora oggi dirigente dell’associazione, alla cui guida è stata eletta da poco Giorgia Massai, abbiamo chiesto di spiegare il significato dell’importanza di questo documento.
«Intanto – dice Cecchi – è una novità non banale il fatto che ci sia un documento del genere, frutto di un lavoro piuttosto impegnativo, al quale hanno preso parte 20-25 persone. E’ un documento pensato in funzione del rapporto con la principale organizzazione sindacale della Toscana. Già in occasione delle elezioni regionali, Legambiente e Alt avevano scritto un bellissimo documento come contributo al programma del centrosinistra. A seguito del quale non nascondo che c’è stata un po’ di delusione, nella formazione del nuovo governo regionale e del programma, che non è stato un granché, dal nostro punto di vista».
Sul piano dei contenuti che cosa esprime questo documento?
«Contiene opzioni di grande rilievo: la centralità dell’ambiente è legata alla centralità del lavoro. Per questo ci rivolgiamo al sindacato: anche in Toscana la centralità dell’impresa ha fallito. Bisogna ripartire dal lavoro e dai lavori: da quello dell’imprenditore ai collaboratori, cercando di comprendere che cosa è stata e che cos’è la Toscana. Cioè una regione di trasformazione leggera e di recupero di rifiuti: dall’orafo al cartario al conciario, tutte attività che recuperano rifiuti».
Che cosa serve, allora, per rimettere al centro il lavoro?
«Sono necessarie grandi riforme. Il sistema istituzionale, politico e sociale della Toscana va riformato in modo profondo. Se si vogliono liberare forze e risorse importanti è necessario rompere interessi consolidati, togliere di mezzo rendite di posizione anche politiche. E’ la sola strada per rimettere in circolo la voglia di fare, di investire, di fare ricerca. E poi non dimentichiamo che questo documento è stato pensato anche come base di discussione sul Piano regionale di sviluppo, che rappresenterà un banco di prova decisivo per i prossimi mesi».
Quali effetti sperate che abbia questo documento?
«Con la Cgil noi speriamo di poter costruire un rapporto organico, e allo stesso tempo puntiamo a far uscire l’ambientalismo toscano da una fase di afasia piuttosto marcata. C’è stato un ripiegamento di diverse associazioni sul proprio particolare come se ci fosse un senso di delusione, che può anche essere giustificato, ma finisce con l’avallare l’idea che siano sempre gli altri, e non certo gli ambientalisti, a governare, a decidere, a compiere le scelte più importanti».
Ma le vostre preoccupazioni e quelle della Cgil sono preoccupazioni comuni?
«Direi di sì. Anche recentemente, se guardiamo ai documenti congressuali e alle ultime dichiarazioni del segretario della Cgil Toscana Silvestri, vediamo che le forti preoccupazioni del sindacato sono anche le nostre. Non dimentichiamo il problema della salute e della sicurezza, che viene prima di ogni altra considerazione. Ma anche la questione del lavoro e della sua qualità: se perdiamo posizioni, anche in Toscana, è perché non riusciamo a giocarcela in maniera adeguata sul terreno della qualità».

nella foto: una manifestazione sindacale a Firenze

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