[18/10/2006] Parchi

Caccia e Zps, decade il decreto e si va allo scontro

ROMA. La mancata riconversione in legge del decreto 251 sulla gestione delle Zone di protezione speciale (Zps) secondo le associazioni ambientaliste ha fatto tornare in vigore da oggi «la normativa risalente al 1996 del Comitato nazionale aree protette (Cnap) che pone Zps e Sic sotto il regime della “legge quadro sulle aree protette” e le relative misure di salvaguardia e tutela. Se ne deduce che l’attività venatoria, nei siti della Rete Natura 2000, siano essi Zpa che Sic/Zsc, risulta vietata e costituisce condotta penalmente rilevante».

Lo scrivono i presidenti di Wwf, Legambiente, Lipu, Lav, Enpa, Animalisti italiani in una lettera inviata ai ministri dell’ambiente Alfonso Pecoraro Scanio, delle politiche agricole Paolo De Castro, degli interni Giuliano Amato, degli affari regionali Linda Lanzillotta e ai presidenti delle regioni.

Gli ambientalisti ricordano anche l’ordinanza del Tar del Lazio del novembre 2005 che sospendeva un provvedimento del ministro Matteoli che declassificava le protezioni previste per Sic e Zps e l’ordinanza del Consiglio di Stato del 14 febbraio 2006, che confermava i divieti di caccia fino a che le regioni non avessero individuato misure di conservazione più adeguate e non meno rigorose.

Nella lunga lettera gli ambientalisti richiamano altre sentenze e le disposizioni non rispettate delle direttive Habitat e Uccelli e spiegano come con la decadenza del decreto, che sanava il vuoto legislativo prodotto dal precedente governo, «per i siti di Rete Natura 2000 (Zps e Sic/Zsc) risultano attualmente in vigore le misure e i divieti previsti nella legge 394/1991, in combinato disposto con quelli previsti nella legge 157/1992 in materia di tutela della fauna e disciplina dell’attività venatoria».

In particolare le associazioni richiamano governo e regioni al rispetto della legge sulle aree protette che prevede il divieto di cattura, uccisione, danneggiamento degli animali e l’introduzione di specie estranee e l’’introduzione, da parte di privati, di armi e qualsiasi mezzo distruttivo o di cattura.

Divieti che nei Sic e Zps saranno in vigore fino a che non verranno approvati specifici regolamenti di gestione e misure di conservazione altrettanto rigorose di quelle esistenti. Poi gli ambientalisti ricordano, ad evitare turbate e sconfinamenti deio cacciatori nelle Zps, le numerose sentenze della Corte di Cassazione che hanno condannato chi cacciava in aree protette anche in assenza di tabellazione perimetrale e che anche eventuali piani faunistici regionali e provinciali e i calendari venatori non sono validi per le Zps/Sic «in assenza di previsioni specificamente volte alla tutela di tali siti e delle specie animali alla cui protezione essi sono destinati, non possono essere considerati conformi alle sopra citate leggi e sentenze».

Quindi, visti anche i risvolti di carattere penale della vicenda, gli ambientalisti invitano ministri e regioni «ad adottare ogni possibile forma di divulgazione, necessariamente urgente, dei divieti venatori in vigore, al fine di rendere edotti gli organi di vigilanza e i soggetti interessati dell´attuale status di aree protette di Zps e Sic/Zsc, con misure e divieti relativi, e quindi di prevenire possibili situazioni di illiceità nonché di danno al patrimonio naturale protetto».

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