[20/10/2006] Rifiuti

Campi di erba sintetica, recuperatori (di pneumatici) contro produttori

ROMA. Tra le tante questioni ambientali preda di versioni contrastanti c’è quella che riguarda i campi di calcio sintetici, la maggior parte dei quali sono realizzati riciclando i pneumatici. Qualche mese fa infatti è esplosa la notizia che sarebbero tossici e tra le mille prese di posizioni il ministero della sanità ha avviato con l’istituto superiore di sanità un’indagine in grado di valutare il rischio in merito alla presunta cancerogenicità.

Il consorzio Argo ha chiesto al ministero dell’Ambiente chiarimenti circa «le gravi affermazioni rilasciate dal prof. Roberto Verna, presidente della commissione ministeriale sui campi in erba artificiale, e diffuse a mezzo stampa lo scorso 12 ottobre alla luce del fatto che, come confermato da una nota rilasciata dallo stesso Iss, la valutazione del rischio deve essere ancora completata e che nessuna dichiarazione in merito alla presunta cancerogenicità è mai stata rilasciata dall’Istituto».

In effetti le dichiarazioni di Verra erano apparse su tutti i giornali, anche se poi sono state in parte smentite dall’Iss e da uno studio presentato in questi giorni sulla base di una ricerca fatta in simbiosi tra l´Università e dal Politecnico di Torino, che dimostrerebbe come tali campi non siano più inquinati dei normali ambienti cittadini in cui viviamo.

Il Consorzio Argo ritiene quindi che quanto accaduto rappresenti «l’ennesimo attacco al settore del riciclaggio dei pneumatici e gomma da parte di lobby che mirano ad imporre al mercato dei campi da calcio, realizzati con prevalente danaro pubblico, prodotti vergini fino a 7 volte più costosi rispetto ai più economici prodotti di recupero (senza contare il ben diverso impatto sull’ambiente, ndr). È paradossale che prodotti realizzati con le medesime materie prime, vengano considerati sicuri se vergini, e cancerogeni se di recupero».

Tali considerazioni sono supportate secondo Argo «da studi e sperimentazioni effettuate in numerosi paesi europei - e di cui abbiamo fornito documentazione alla Commissione – che escludono con convinzione ogni rischio di tossicità per l’uomo derivante dalla pratica sportiva sui campi intasati con materiale da recycling di pneumatico, così come confermato recentemente anche da una specifica comunicazione della Fifa»

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