[23/10/2006] Comunicati

Pisa e Livorno brillano in una Toscana più che sufficiente

FIRENZE. La 13esima edizione di ecosistema urbano premia ancora una volta la Toscana. Il rapporto stilato da Legambiente in collaborazione con l’istituto Ambiente Italia e con Il Sole 24 Ore vede a guidare la classifica regionale Pisa, che occupa addirittura il sesto posto nella graduatoria nazionale, seguita nei primi dieci anche da Livorno, arrivata nona migliorando di tre punti la posizione rispetto allo scorso anno.

Tra i capoluoghi di provincia toscani la performance peggiore è quella di Pistoia, l’unica a collocarsi sotto il punteggio medio nazionale, alla 74° posizione. Firenze e Grosseto, hanno scalato di molto la classifica rispetto all’anno passato, andando a superare la media nazionale e collocandosi rispettivamente al 40° e 46° posto, prima di Arezzo, che invece continua a perdere posizioni, divenendo 57°. Un buon risultato anche per Prato, salito di diciassette posizioni e piazzatosi quarto, dopo Siena, in classifica regionale.

Il presidente toscano di Legambiente, Piero Baronti, non ha quindi motivo di lamentarsi, o no?
«In generale rispetto agli anni passati c’è un miglioramento di tutte le città e soltanto Pistoia non ha raggiunto la sufficienza. Il miglioramento complessivo tuttavia non si traduce automaticamente sul fatto che va tutto bene, diciamo anzi che è andata meno peggio dell’anno passato... Per arrivare a una situazione buona o ottima, le politiche di sostenibilità ambientale devono fare ancora molti passi in avanti, a partire da quello che in Toscana pare essere un problema cronico ovunque: il traffico e il conseguente inquinamento da Pm10».

Perché non si riesce a risolvere questo problema?
«Il caos nel traffico delle città toscane è dovuto al fatto che le politiche del trasporto pubblico stentano a decollare. Per avviare una politica seria servirebbero risorse economiche che i comuni non hanno o che comunque non riescono a trovare».

Scorrendo la classifica si nota un certo distacco tra i risultati dell’indagine e la percezione collettiva… per esempio in molti si aspetterebbero di trovare in testa tra le toscane Siena, invece di Pisa o Livorno.
«A parte che Siena si trova comunque in una buona posizione, ci sono degli indicatori che magari sono meno “sentiti” dall’opinione pubblica: per esempio Livorno ha una delle migliori situazioni italiane per quanto riguarda la depurazione».

Ma non sarà che molto dipende da chi fa le autocertificazioni che i comuni vi inviano?
«Certo, i dati vengono inviati dai comuni e qualche volta capita di avere differenze da un anno all’altro perché è cambiata l’amministrazione e può essere riposta più o meno attenzione alla compilazione dei questionari. Ma va detto poi che i nostri circoli locali vanno a verificare i dati ed eventualmente ne segnalano la non corrispondenza con la realtà».

Per quanto riguarda i rifiuti, a fronte di un buon andamento delle raccolte differenziate, va segnalato un aumento della produzione dei rifiuti, l’esatto contrario dell’obiettivo che si è dato la Regione Toscana: ovvero la riduzione del 15% dei rifiuti.
«In effetti i miglioramenti ottenuti dalla raccolta differenziata non compensano l’aumento costante della produzione dei rifiuti. Bisogna attuare politiche forti anche in questo senso, altrimenti sarà difficile raggiungere i risultati sperati. Va tuttavia rilevato l’impegno delle amministrazioni locali per migliorare la situazione ambientale, impegno che in alcuni casi si traduce in risultati positivi».

Guardando più nel dettaglio le eccellenze e i ritardi delle nostre città si scopre che Pisa si colloca al primo posto in Italia per quanto riguarda la concentrazione di Pm10 e per la superficie comunale dedicata alle aree verdi. Anche Livorno si trova al vertice per l’efficienza e la capillarità della depurazione.

Le due città presentano risultati da imitare per la maggior parte degli indicatori, tuttavia spiccano sia l’eccessiva produzione di rifiuti, piaga regionale, per Pisa, che si colloca al 102° posto in Italia (il 103° tocca a Massa), sia gli alti consumi di carburanti e l’elevato consumo elettrico domestico, quest’ultimo soprattutto a Livorno.

In generale comunque in tutta la regione i consumi elettrici sono medio alto e le politiche energetiche, che nel rapporto sono state riassunte con un indice normalizzato a 100, si collocano nella media della classifica italiana.

Tra i punti deboli anche il forte consumo di carburanti, che vedono Grosseto al 102° posto nella relativa classifica nazionale e Pistoia al 99°. I nostri capoluoghi sono invece attenti alla destinazione di aree della superficie comunale a isole pedonali (Lucca, Massa, Firenze e Grosseto sono entro i primi 10, tra i comuni analizzati), Ztl (Siena, Pisa e Massa occupano rispettivamente il 2°, il 4° e il 7° posto) e verde urbano.

Infine Pistoia non brilla sotto quasi nessuno degli indicatori, presenta consumi molto elevati di carburanti ed elettricità e non ha dichiarato il livello dei consumi idrici, per cui l’anno passato si era collocata al primo posto, con il minore consumo procapite sull’erogato.

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