[23/10/2006] Urbanistica

Piano strutturale, le osservazioni di Legambiente Val di Cornia

PIOMBINO. Il circolo Val di Cornia di Legambiente torna all’attacco sul Piano strutturale d’area approvato dal Comune di Piombino il 3 agosto. Lo fa attraverso una lunga serie di osservazioni, riassunte dal presidente Adriano Bruschi. «Il principale problema – spiega - è l’indeterminatezza e la mancanza di unitarietà della programmazione urbanistica, soprattutto riguardo al territorio di Piombino e in particolare per l’area che è definita dal piano stesso come strategica: l’Utoe 9 porto e attività produttive».

«Come abbiamo scritto nelle osservazioni – prosegue Bruschi – nell’Utoe 9 (aree destinate ad uso industriale e portuale, ndr) sono concentrati molti dei temi strategici del piano strutturale: il recupero e riuso dell’immensa quantità di spazio industriale sotto-utilizzato (almeno 200 ettari); il risanamento ambientale e la rilocalizzazione degli impianti industriali; la risposta alle esigenze di adeguamento del porto commerciale/pescherecci/passeggeri; la risposta alle esigenze della nautica; la risoluzione dei problemi connessi allo stoccaggio ed al trattamento dei rifiuti urbani ed industriali. Inoltre, come richiama la relazione generale, nell’Utoe 9 permangono aree residuali di pregio ambientale (corridoio ecologico del Cornia). Questi temi richiedono una maggiore precisazione, poiché la mancanza di riferimenti urbanistici per le diverse attività può creare conflitti e perdita di opportunità economiche. Richiedono infine che siano affrontati unitariamente con il Regolamento urbanistico».

Proprio quest’ultima considerazione è quella che Legambiente ritiene la più importante: «La programmazione urbanistica di quest’area (localizzazioni, dimensionamenti, interferenze tra le attività) dovrà essere definita in modo unitario e contestuale con la redazione del futuro regolamento urbanistico, sospendendo provvedimenti settoriali come quello avviato per la nautica. Ovvero l’approvazione della modifica al piano regolatore che significa che questo settore sta andando avanti per conto suo. Cosa che sta accadendo, di fatto, anche per il porto commerciale: il piano strutturale, infatti, non dà linee guida e quindi permette così all’autorità portuale di portare avanti per conto sui i progetti».

Altra osservazione che Legambiente pone è quella relativa alle strutture turistiche: «Qui c’è una evidentissima contraddizione: ovvero si affermare che occorre qualificare le presenze turistiche e per questo puntare sul settore alberghiero con 1200 posti letto e poi si prevede di costruire strutture per 2559 posti nel settore extra alberghiero residui del vecchio Piano Regolatore. Quindi i 1200 più i 2559 e senza minimamente tenere in considerazione il risparmio del suolo! Per questo chiediamo anche che sia annullato o fortemente ridotto lo sviluppo del campeggio di S. Albinia e l’annullamento di altri nascenti villaggi turistici, oltre alla trasformazione in albergo dell’ Rta di Salivoli. Ma c’è di più, in particolare quello che sta accadendo a Salivoli dove quello che doveva essere un albergo si è progressivamente trasformato in una struttura di mini-appartamenti in una zona di pregio a ridosso del parco del promontorio del Falcone. Questo che rischia di diventare un nuovo eco-mostro tipo Monticchiello deve essere subito fermato!».

Alle osservazioni presentate come previsto per legge (art. 17 della legge regionale n.1/2005) da Legambiente, dovrà rispondere il consiglio comunale. E Bruschi spera «che i partiti dell´Unione siano in grado di portare avanti le battaglie ambientaliste».

Torna all'archivio